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tettiverdiCittà, asfalto, cemento. E l’acqua? Dove va a finire la pioggia?

Non è un caso se basta una pioggia intensa per inondare le piazze, formare effimeri torrenti stradali e sollevare i tombini. A differenza di quanto accade nelle aree naturali o coltivate, nelle aree urbanizzate la pioggia non ha modo di infiltrarsi nel terreno. L’acqua scorre sui tetti, scende dalle gronde, si immette nella rete fognaria; altra acqua si concentra nelle strade ma non riesce a disperdersi nei tombini e nelle caditoie già sovraccariche. In un attimo, la via dello struscio diventa un fiume! E con le precipitazioni intense e improvvise degli ultimi anni – le cosiddette bombe d’acqua – le cose sono andate peggiorando.

Come rimediare a tutto questo? Di solito si pensa soprattutto a sistemi di regimazione su grande scala quali trincee di filtrazione, vasche volano o pozzi drenanti. Ma c’è una soluzione più semplice, una soluzione diffusa che non richiede grandi opere e che, tra l’altro, contribuisce a migliorare il paesaggio, l’ambiente e la biodiversità delle nostre città.

I tetti verdi sono infatti un ottimo sistema di controllo delle acque meteoriche in ambiente urbano, una sorta di drenaggio distribuito sul territorio. I substrati di coltivazione si comportano come una “spugna” che trattiene l’acqua e la rilascia in modo graduale: molti studi hanno evidenziato come il ritardo nel deflusso sia compreso tra le 2 e le 4 ore circa; non poco per contrastare i fenomeni piovosi più intensi. Senza contare il fatto che parte dell’acqua non raggiungerà mai le fognature in quanto evaporerà dal suolo o sarà traspirata dalla vegetazione. A seconda della stratigrafia con la quale è costruito, un tetto verde può arrivare a trattenere sino al 90% dell’acqua meteorica e, tra l’altro, l’acqua restituita all’ambiente è per certi versi “depurata” in quanto filtrata dal sistema pensile. In particolare, rispetto a un tetto convenzionale, quello verde trattiene una percentuale di metalli pesanti (rame, zinco, cadmio, piombo) compresa tra il 34% e il 99% a seconda dell’andamento stagionale e della tipologia dell’inquinante.

Realizzare tetti verdi in città, quindi, consente di ristabilire il ciclo dell’acqua o per lo meno di migliorarlo in modo sensibile con conseguenze positive sulla qualità della vita di tutti noi. Si pensi a quanto ampia è la superficie – piana o inclinata poco importa – disponibile nelle città per interventi di riqualificazione con questa tecnologia: condomini e abitazioni private ma anche edifici produttivi, parcheggi sotterranei, uffici. Gli studiosi hanno svolto alcune simulazioni in città più o meno grandi con risultati incoraggianti.

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Luca Masotto, per GreenServiceItalia