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Qual è la certificazione per la sostenibilità in edilizia più famosa al mondo? La risposta, secondo molti esperti, è una sola: LEED. Acronimo di Leadership in Energy and Environmental Design, è un sistema di certificazione degli edifici che nasce su base volontaria. Lo standard LEED ha i natali in America grazie al U.S.Green Building Council (USGBC), associazione no profit nata nel 1993, che conta ad oggi più di 20.000 membri e che ha come scopo la promozione e lo sviluppo di un approccio globale alla sostenibilità, dando un riconoscimento alle performance virtuose in aree chiave della salute umana ed ambientale.
Abbiamo intervistato Scot Horst, Senior VicePresident di USGBC e direttore della nuova versione del protocollo, LEED v4, l’ultima in ordine cronologico introdotta nel 2013, per discutere di come evolverà questa certificazione, oggi sempre di più uno standard di riferimento.
Mr. Horst, LEED è la certificazione più famosa al mondo. Come continuerà a crescere?
Attualmente noi siamo in circa 140 paesi, in 5 continenti. Abbiamo lanciato una campagna, LEED Earth che offre la certificazione gratuitamente ai primi progetti sviluppati in nazioni dove il protocollo LEED non è ancora stato impiegato. Grazie a questo programma ora siamo presenti in paesi come Niger, Kiribati, Chad e Yemen. Un progetto che da un lato espande la sensibilità nei confronti della sostenibilità in edilizia, dall’altro fa crescere in maniera significativa il nostro sistema globale.
In questo modo state creando un sistema globale di benchmark. Le certificazioni locali non sono un sistema facile da comparare, hanno assunti differenti e misure variegate. Con LEED abbiamo creato un progetto di certificazione a scala globale, che sia applicabile da Najing a Stoccolma e New York.
La certificazione ha da sempre avuto lo scopo di non includere esclusivamente il risparmio energetico. Abbiamo incluso i materiali riciclati, la circolazione e salubrità dell’aria, il consumo dell’acqua, la qualità degli ambienti indoor. Con il tempo è diventato più rigoroso e complesso.
Su quale tema state lavorando adesso? Oggi forse l’elemento su cui più stiamo indirizzando la nostra attenzione è la salute dell’uomo, con una crescente attenzione ai materiali e ad individuare le condizioni ottimali per offrire a building users una vita salubre ed equilibrata.
Una delle grandi sfide del nostro tempo è la questione del cambiamento climatico. Il resilient design, in particolare quello future proof legato al cambiamento climatico, potrebbe essere il prossimo grande tema nella riflessione dei progettisti. Indubbiamente questo è una riflessione che è cresciuta esponenzialmente nell’ultima decade: lo vediamo sempre di più nei progetti che certifichiamo. Nei prossimi anni avere una serie di soluzioni legate all’adattività sarà un requirement fondamentale. Ma ci sono ancore nuove modalità da scoprire, non ancora declinate per capire come integrare il resilient design. Paradossalmente molti edifici antichi erano pensati per essere resilienti, penso a molte costruzioni in Italia. Mentre oggi abbiamo edifici che non lo sono affatto. Penso ai grandi palazzi di vetro, dove gli abitanti non hanno sistemi di stoccaggio idrico indipendenti, oppure non hanno sistemi di back up o di adattività rapida a situazioni che cambiano velocemente. In futuro i nostri requirement dovranno includere la capacità di raccogliere acqua, di avere approvvigionamento energetico dal sole, sistemi di apertura delle finestre per far fluire le correnti d’aria attraverso la ventilazione naturale. Certo tanti elementi ci sono già in LEED v4. Ma alcuni di questi dovrebbero essere nei pre-requisiti. Ovvero passare da possibile points (punti opzionali) a necessary point (prerequisiti obbligatori).
Certificando LEED come cambia il valore di un immobile?
Non è possibile dare una risposta esatta, poiché varia da mercato a mercato, da edificio ad edificio. Indubbiamente la crescita globale di LEED ha sicuramente interessato il mercato dei tenant, in particolare i soggetti internazionali che preferiscono il nostro sistema poiché è conosciuto universalmente. Senza avere numeri esatti le stime mostrano che gli edifici consumano meno, e quindi costano di meno, e durano di più.
Voi avete numerose declinazioni di LEED a seconda della tipologia dell’edificio, ovvero New construction and major renovations, quello per le nuove costruzioni. C’è LEED Schools, per le scuole, LEED Retail, LEED Homes per le case e via dicendo. Quale di queste è quella che sta avendo più successo?
La nostra priorità numero N.1 oggi è espandere LEED Edifici Esistenti (noto come LEED EB:O&M). In EU la certificazione che più di tutte crescerà nei prossimi anni, vista l’espansione straordinaria del mercato della riqualificazione sostenibile degli edifici esistenti. Recentemente abbiamo creato un percorso di regionalizzazione del protocollo EB:O&M per l’Europa. Abbiamo creato un gruppo tecnico guidato dagli italiani, insieme ad altri 9 paesi per rendere EB:O&M più facile da applicare, specie in Italia.
Quali innovazioni vedremo in futuro?
Una delle più intriganti è la LEED Dynamic Plaque, un device che misura le performance dell’edificio in tempo reale. La misurazione tiene conto di 5 parametri: energia, consumi idrici, rifiuti, trasporti, e esperienza umana (comfort, nda).. Abbiamo appena iniziato a distribuire questo strumento. L’obbiettivo è automatizzare questi processi in modo da verificare ogni anno gli aggiornamenti nelle performance. Abbiamo cosi una certificazione LEED in divenire.
Devo ammettere che la dimostrazione video è incredibile. La vedremo in Italia? Perché no!
VIDEO: http://www.leedon.io
Emanuele Bompan