Eire, la grande kermesse del real estate italiano, ha serrato i battenti. Così ha deciso il patron dell’evento, Antonio Intiglietta, mettendo la parola fine a un’epoca dell’immobiliare italiano, forse il più conservatore tra tutti i settori economici. Non ci sarà un’edizione 2015. Titoli di coda sul settore, da sempre un traino dell’economia nostrana? No, solo il segno tangibile che qualcosa sta finalmente cambiando e i vecchi schemi sono oramai sorpassati.
Mai come oggi il mattone italiano sta mostrando di essere in cerca di una rivincita: lo dimostrano incontri come l’evento “the Realunch of Italy” al francese MIPIM, organizzato da Quotidiano Immobiliare o la convention REbuild 2014, sulla riqualificazione e gestione sostenibile dei patrimoni immobiliari, uno degli eventi più interessanti di quest’anno.
«Oggi dobbiamo reinventare l’edilizia e l’immobiliare», spiega Thomas Miorin, ideatore insieme a Gianluca Salvatori della due giorni di Riva del Garda, REbuild. «Serve che la filiera si riallinei alle necessità del Real Estate di domani, che non può prescindere da un’attenzione ai nuovi metodi della riqualificazione e alla sostenibilità del prodotto immobiliare».
Il nuovo mantra che sta emergendo è proprio questo: basta al nuovo costruito, riqualifichiamo l’esistente e gestiamo in maniera intelligente ciò che abbiamo, siano essi singoli edifici o interi quartieri, edifici storici del Cinquecento o case popolari degli anni Sessanta. Attenzione però: niente maquillage o greenwashing, come tanti vorrebbero, con un pannello qua e un vetro isolante là. Secondo Lennart Lifvenhjelmdel il gestore immobiliare svedese Vasakronan e il guru del retrofit, l’americano Victor Olgyay, del Rocky Mountain Institute, intervenuti a REbuild2014 la qualificazione deve essere «sostenibile, replicabile, ma soprattutto radicale. Solo con il deep retrofit, la riqualificazione “profonda” si può creare una vera leva di sviluppo economico». A REbuild 2014 durante la due giorni è emersa una compagine tutta italiana di attori pronti ad accettare la sfida del deep retrofit. Dal REbuilding network ai colossi del RE come Gabetti e BNP Paribas, passando per banche e enti come la CDP fino a progettisti e architetti.
E per il futuro? «La promessa per il 2015 è proseguire sul cammino e allargare a una platea sempre più vasta, nella speranza che il mercato esploda definitivamente», spiega Miorin. «Noi continuiamo a cambiare e innovare format e contenuti per non cambiare mai lo spirito di REbuild. Per la prossima edizione aspettatevi nuove sorprese. L’attenzione del mercato è attivata e il contributo dei tanti partecipanti ci ha aiutato a risvegliare il settore. Creare opportunità e occupazione attraverso la riqualificazione delle nostre città è un dovere civico e un imperativo da imprenditori del XXI secolo».
L’autunno 2015 potrebbe offrire interessanti novità per il mercato delle costruzioni e i progettisti con la kermesse Greenbuild Europa e Mediterraneo a Verona dal 14 al 16 ottobre. Dal respiro internazionale, Greenbuild è la versione del noto evento americano organizzato ogni anno dall’US Green Building Council (US-GBC). A portarlo nel nostro paese sarà il capitolo italiano del GBC, molto stimato dalla sede di Washington DC. «GBC Italia si è dimostrato un vero campione di LEED e delle costruzioni sostenibili. Li ringraziamo per la loro leadership», spiegano dagli States. «Questa manifestazione servirà come piattaforma per la conoscenza dei green building e la condivisione di competenze attraverso i continenti, aumentando l’ampiezza e la portata della trasformazione del mercato globale».
Dopo esser stata rimandata di un anno, la convention, supportata dal colosso fieristico di Ettore Riello, Verona fiere, si prepara a divenire, insieme a REbuild, un altro evento di riferimento del settore. Certo non in grado di gettare in ombra le rodate Made di Fiera Milano e il Saie di Bologna, in cerca frenetica di innovarsi, ma comunque c’è da aspettarsi un evento not-to-be-missed, pensato per essere un luogo d’innovazione, di confronto di pratiche e di idee, per progettisti italiani e non.
L’intellighenzia del settore energetico guarda con interesse sia a edilizia verde che riqualificazione sostenibile. «Servono idee trasformative, pragmatiche, content-based. Che rendano il nostro patrimonio immobiliare una risorsa strategica energetica, per l’Italia e l’EU», spiega Gianni Silvestrini, presidente GBC Italia e direttore scientifico Kyoto Club (leggete l’intervista integrale in questo articolo). «Oltre che rilanciare immobiliare ed edilizia questa nuova direzione del mercato, parte di una strategia incentrata sul risparmio energetico, può liberarci dalla dipendenza energetica dell’import di gas. Può diventare il nostro petrolio».
Emanuele Bompan
Giornalista specializzato in ambiente, energia e politica USA.