Rubrica: La voce di Nomisma

casa-famigliaCrisi del mattone, profondi cambiamenti economico-sociali e mercato del lavoro instabile hanno trasformato pesantemente il modo di vivere e concepire la casa da parte delle famiglie italiane. Questi fattori spingono gli analisti a cercare nuovi modelli di pensiero e di interpretazione della realtà, che inducono a chiedersi quanto sia cambiato il rapporto fra le famiglie e la loro casa.

Alcune riflessioni in questo senso emergono da una recente analisi di Nomisma, da oltre trent’anni osservatore privilegiato delle dinamiche socio-economiche e dei mutamenti del mercato immobiliare. Attraverso l’Instant Book “Le famiglie e la casa. Vecchi sogni e nuove realtà”, un gruppo di analisti economici dell’Istituto bolognese ha cercato di portare uno sguardo innovativo su questo tema, avanzando provocazioni a partire da una raccolta di alcune suggestioni, dati e analisi su quelle che sono le trasformazioni in atto. Se la crisi ha duramente colpito il settore immobiliare ed edilizio, allo stesso modo si sono modificate le composizioni e le scelte delle famiglie, che sono diventate più complesse.

Dallo studio emerge innanzitutto uno spaccato socio-economico profondamente diviso lungo solchi che determinano una severa distinzione tra “vincitori” e “vinti”. Sono “vincitori” le generazioni più anziane, che sono riuscite a mantenere un livello reddituale e di protezione sociale più elevato. Sono “vinti” quasi tutti i giovani che non hanno un background familiare in grado di garantire supporto e conoscenze, in un Paese che presenta la più elevata elasticità intergenerazionale dei redditi – ovvero quanto il reddito dei figli dipende da quello dei padri – tra i paesi OCSE.

Questi cambiamenti strutturali hanno a loro volta evidenti ripercussioni sull’approccio delle famiglie alla casa, come si vede con chiarezza da alcuni dati della rilevazione nazionale sulle famiglie italiane, che Nomisma conduce a cadenza annuale dal 2008. Se da un lato, infatti, la domanda potenziale di acquisto di una casa rimane elevata (circa due milioni di famiglie interessate nel 2016), dall’altro l’approccio alla casa degli italiani è cambiato profondamente. La casa non è più “una certezza”, tanto che un numero sempre più ridotto di famiglie la considera un investimento.

Il trend di crescita delle compravendite registrato nel corso del 2016, infatti, è trainato principalmente dall’acquisto di seconde case per uso familiare (49% delle compravendite): le nuove famiglie, sempre più composte da nuclei unipersonali (31,2% delle famiglie), acquistano casa soprattutto a causa della spinta e del sostegno della famiglia di origine.

All’interno di un tale contesto di polarizzazione sociale e di mutata concezione del bene-casa, aumenta in maniera significativa l’importanza di adottare e rilanciare modelli di offerta innovativi che, da un lato, sappiano andare incontro alle reali disponibilità economiche delle famiglie e che, dall’altro, sappiano intercettare l’onda lunga delle attese e delle aspettative delle nuove generazioni. La casa può insomma diventare uno strumento di interpretazione dei mutamenti in atto, intergenerazionali e interculturali, che legano i nuovi comportamenti all’abitare – dalla casa posseduta alla casa condivisa, dalla casa appartamento alla casa spazio comune – e alle politiche pubbliche per il ripensamento strategico del contesto urbano e territoriale.

________________________

Le famiglie e la casa. Vecchi sogni e nuove realtà, Nomisma: Bologna, 2016

Disponibile su Agra Editrice e Amazon

Per maggiori informazioni: Nomisma