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Cipolle, linaiola, loto e bioedilizia, cosa hanno in comune?

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 Possono essere trasformati in tetti verdi, facciate, piazze e strade piene di fiori. È quanto è riuscito a fare Urban Green, un progetto interdisciplinare che, coinvolgendo architetti, biologi e giardinieri, ha sviluppato autentici habitat per gli edifici verdi. L’idea è di utilizzare le piante che prima erano considerate infestanti e inutili per rendere la città più verde, più sana e più bella.

Il progetto sviluppato da Urban Green ha permesso di allestire delle soluzioni uniche per edifici a Holte, sobborgo di Copenaghen, nonché nella città di Hirtshals, concentrandosi sulla flora e sulla fauna, e queste soluzioni stanno già superando le aspettative e le potenzialità agli occhi delle organizzazioni partner.

Rasmus Astrup, lavorando come architetto paesaggista e direttore del progetto presso lo studio SLA, vede in Urban Green un grande potenziale per il futuro di tetti verdi e spazio urbano: “È meraviglioso e assolutamente unico che Urban Green fornisca l’opportunità di salvaguardare la biodiversità, unica e sensuale, basandosi su vegetazione e habitat tipicamente nordici. Per gli architetti paesaggisti, questo consente di improntare il design ancor più sulle stagioni, le piante e gli animali selvatici”.