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foto MBMettere in comune spazi e servizi

Il cohousing, nasce come risposta a un desiderio sempre più forte di socialità e di condivisione, oltre al bisogno di uno stile di vita sostenibile, è una pratica già ampiamente diffusa nei paesi scandinavi, negli anni 80 arrivata in Europa e  che da qualche anno sta prendendo sempre più piede anche a Milano. Una sfida, in tempi di crisi, il cui obiettivo è favorire l’unione di forze e risorse. In fondo la si potrebbe vedere come la versione evoluta dei rapporti di buon vicinato, in passato improntati alla solidarietà e allo scambio e ormai scomparsi – o perlomeno resi sempre più anonimi – dagli orizzonti delle grandi città come Milano.

Ma non si tratta solo di questo. Perché lo spirito del cohouser prevede di collaborare all’organizzazione di attività collettive, dalla cura dell’orto alle feste di compleanno, ma anche di promuovere la creazione di gruppi di spesa a chilometro zero e incentivare forme di mobilità alternativa come il car sharing. Un “lavoro” quasi a tempo pieno (che inevitabilmente taglia fuori individualisti e pigroni). I progettisti, dal canto loro, dovrebbero impegnarsi a utilizzare fonti di energia rinnovabili per contenere consumi ed emissioni. Partecipazione, insomma, ma anche innovazione.

Marco Bolis proviene da una famiglia di costruttori ed ha abbracciato la filosofia del cohousing e dello stile di vita sostenibile ormai da diversi anni.

Il nostro lavoro – afferma il responsabile del settore sviluppo di Newcoh – consiste nell’organizzare la domanda e orientare l’offerta, puntando alla rigenerazione urbana.  Newcoh fa parte di un network formato anche da Cohousing partnership e COhousing.it  che sono rispettivamente: il ramo che si occupa della promozione e della gestione finanziaria del progetto, il ramo che si occupa della collaborazione tra professionisti ed infine COhousing.it, la community italiana di chi abita o vuole abitare in residenze collaborative, con servizi condivisi, dove le relazioni umane sono facili e intense e l’amicizia aiuta a ridurre la complessità della vita. Nata nel 2006 e che oggi conta decine di migliaia di aderenti, in costante aumento.

Chi  è il Cohouser  tipo?

Non solo chi ha voglia di cambiare casa, anche se le nostre abitazioni  rispettano i più avanzati criteri di efficienza energetica, ma è anche la scelta di partecipare con le proprie idee ad un progetto di costruzione di un edificio. Tutti progetti partono solo se ci sono le persone, che attivano tra di loro dei servizi,  aperti spesso anche verso l’esterno.

In cosa consiste la vostra attività in specifico?

Noi siamo la cabina di regia per questi progetti , prendiamo spunto dalla volontà dei partecipanti per dare corpo al progetto.

Quali sono i punti di  Forza dei vostri progetti?

Indubbiamente la sostenibilità totale. Noi per sostenibilità totale intendiamo la fusione tre tipologie differenti:

La sostenibilità energetica: ovvero l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile, non energia fossile e grande  attenzione all’efficientamento energetico, i nostri edifici sono molto performanti.

La sostenibilità sociale:  che vuol dire che i nostri  progetti partono solo se ci sono le persone e queste attivano tra di loro  dei servizi , il più delle volte aperti anche verso l’esterno. La carta dei valori è un esempio di questa filosofia, un documento che afferma l’identità del gruppo dei cohouser e nel 99% dei casi sancisce l’apertura  della comunità verso l’esterno. In uno degli ultimi progetti , ad esempio,  è stato realizzato  un micronido, utilizzando  un appartamento, aperto anche all’esterno. Notevole scambio con tutto ciò che circonda la comunità. Altro tema per noi fondamentale è poi: la rigenerazione urbana, il  riutilizzo di aree e/o edifici dismessi , senza consumo di nuovo suolo.

La sostenibilità Economica: i nostri progetti a parità di condizioni di efficienza energetica e servizi offrono il 20-30% in più di valore aggiunto. Tutti i progetti fino ad oggi promossi  sono sold out ancor prima di essere terminati.

Quali progetti avete realizzato sino ad oggi?

Tra i progetti realizzati: Urban Village Bovisa, a Milano rigenerazione urbana di una vecchia fabbrica obsoleta; uno a Tirrenia loc. Calambrone  in Toscana che prevedeva il  recupero di una villa di inizio secolo, denominato Cohlonia;  poi, Cosycoh a Milano, primo progetto di cohousing di affitto/riscatto  dedicato agli under 35 in Europa; Terra Cielo a Rodano in classe A+;  ed ultimo in ordine cronologico, il progetto Cohousing  Chiaravalle, dove è previsto il recupero di una cascina storica del 600.

Ilaria Rega