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SONY DSCCon il decreto “competitività” (il Dl 91/2014) il capitolo energia ha trovato una strada in discesa, a spese però del fotovoltaico: lo sconto del 10% sulla bolletta energetica delle Pmi verrà finanziato con il ritorno a 24 anni dei rimborsi agli impianti fotovoltaici sopra i 200 kiloWatt,  con una riduzione progressiva del 20 per cento. Passa poi dal 10 all’8% il taglio secco dei rimborsi dal 2015 per chi manterrà la cadenza ventennale. Senza dimenticare il contributo agli oneri di trasmissione e distribuzione e quelli “di sistema” a carico degli impianti di generazione e le reti elettriche private: pagheranno il 5% dei normali contributi per gli impianti già operativi e per quelli realizzati a partire da fine anno. Ma sui nuovi potranno vedersi aumentare il contributo a giudizio dell’Authority per l’energia.

Un pacchetto di misure nel complesso positive ma che penalizzano gli impianti fotovoltaici di maggior peso: nella pratica gli  imprenditori del settore potranno scegliere tra due opzioni, conservando comunque la possibilità di accedere a prestiti agevolati attraverso la Cassa depositi e prestiti:

1)    un allungamento da 20 a 25 anni dei rimborsi, progressivamente ridotti a partire dal 1° gennaio 2015 con un taglio di circa il 20%

2)    un taglio secco del 10% ai rimborsi la cui durata resterà però di 20 anni.

 

Gli operatori del fotovoltaico, però, hanno minacciato ricorsi addirittura alla Corte costituzionale contro il provvedimento, perché potrebbe configurare una modifica contrattuale retroattiva.

Il denaro risparmiato dallo Stato (con questo e altri tagli) andrebbe quindi a coprire una diminuzione del 10% sulle bollette energetiche delle imprese di dimensioni con potenza impegnata non inferiore a 16,5 kW.

Saverio Fossati