Edoardo Zanchini, da 2 anni è mezzo è Vicepresidente di Legambiente, da 10 anni si occupa in Legambiente dei temi che riguardano l’energia, trasporti , edilizia e urbanistica.
Architetto, dopo la laurea ha fatto il servizio civile a Legambiente a Roma, poi un dottorato e la specializzazione proprio su tematiche inerenti la riqualificazione . Ha insegnato a Pescara per tre anni e ha fatto in parallelo per tre anni la ricerca su temi di riqualificazione e sostenibilità urbana e Legambiente, negli ultimi anni, è diventato a tempo pieno Vice- Presidente di Legambiente ,seguendo le campagne e le iniziative che riguardano la riqualificazione edilizia dal punto di vista energetico.
Quali progetti state portando avanti in tema di sostenibilità?
Legambiente sta seguendo il progetto riuso, in collaborazione con: il Consiglio Nazionale Architetti e l’Ance, un progetto molto stimolante perchè ci consente di parlare con soggetti che condividono la visione della rigenerazione urbana e del riuso, è un impegno a fare un pezzo di strada sulla strada della sostenibilità. Bisogna far comprendere, però, come in Italia la rigenerazione urbana abbia degli enormi problemi , il nostro sistema edilizio è costruito intorno ad una logica di espansione, le stesse norme vanno in quella direzione, per cambiare strada, dobbiamo ragionare in modo nuovo e arrivare a individuare nuovi profili di intervento, aiutare a semplificare la riqualificazione, aiutarli con le norme.
In questo momento in Italia fare degli interventi di riqualificazione, come vengono fatti nelle altre città europee, è difficilissimo perché non esistono delle norme che semplifichino questo tipo di interventi che permettano di far capire quali siano gli obiettivi, che permettano di fare percorsi di partecipazione, la riqualificazione deve essere anche sociale , ambientale, ci vogliono risorse pubbliche e una regia pubblica, tutto questo non esiste e quindi la dove si sta cercando di fare, si riesce grazie alla buona volontà dei proponenti, ma sempre in tempi imparagonabili con quello che si è fatto a Barcellona, a Marsiglia e in tante altre città europee. Serve un cambio della normativa, servono azioni specifiche che riguardino ad esempio gli interventi per la riqualificazione energetica dei condomini e non soffermarsi solo agli interventi di ordinaria manutenzione, ma sin dalla fase di progettazione, ideare delle strutture che abbiano degli spazi comuni e dei servizi che possano maggiormente rispondere alle nuove esigenze delle famiglie e dei condomini, c’è bisogno di innovare e su questo abbiamo elaborato proposte, con il Consiglio Nazionale degli Architetti e l’Ance.
Avete dei tavoli di lavoro aperti con il Governo?
Abbiamo un’interlocuzione con coloro che sono più attenti, intanto c’è questo percorso di riuso che sta andando avanti da un paio d’anni e che cerca di mettere in luce e trovare soluzioni sul riuso in Italia, il problema dell’Interlocuzione con il governo è che in questo momento non si comprende bene chi abbia il timone su certe tematiche, il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio, ad esempio, è il più debole e quello che ha meno voce in capitolo sul riuso e l’efficientamento energetico, per esempio il Ministero delle infrastrutture si occupa di strade e di un po’ di edilizia sociale, ma non di riqualificazione urbana, il Ministero dello sviluppo Economico, invece, si occupa solo di grandi centrali e quindi non di efficienza energetica. Se in Italia non si creerà una regia sull’efficienza energetica e sulla riqualificazione urbana, continueremo a sentire promesse politiche, ma nulla cambierà.
Cosa è emerso dal vostro ultimo rapporto sulle Eco-mafie sul fronte dell’edilizia?
Nell’edilizia la crisi ha inciso molto, in Italia è crollato il numero di nuove costruzioni, ma se non cambia il modello nel ciclo del cemento, come le cave aperte in posti sbagliati e magari gestite dalla camorra, se si continua a costruire case nei posti sbagliati, quando si uscirà da questa crisi economica, si ripartirà con gli stessi problemi, per questo siamo convinti che serva un’altra idea dello sviluppo edilizio, che intervenga nelle città, ad esempio con l’edilizia a basso costo, alloggi a prezzi accessibili per tutte le famiglie, non solo per alcune categorie, come fa il governo.
Cosa bisognerebbe fare per migliorare la situazione italiana?
Serve un’edilizia a basso costo, molto innovativa, con case della dimensione della domanda di oggi. Pensiamo ad esempio agli studenti o i precari che pagano centinaia di euro per un letto in affitto. Bisogna ideare degli interventi e degli incentivi ad hoc per i condomini.
Oggi servono delle politiche mirate, il patrimonio immobiliare non è un’unica grande fetta. Nel caso di famiglie mono-reddito, difficilmente vi è la possibilità che le detrazioni funzionino per innescare un circolo virtuoso.
Inoltre ci vogliono semplificazione e nuovi sistemi di incentivi, come ad esempio le Esco, per creare un mercato che incida positivamente anche sui condomini.
Ilaria Rega
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