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I: Può spiegare brevemente il suo lavoro di Presidente dell’Ance e quali sono le principali attività svolte dall’Associazione?
B: Con una crisi economica e sociale così pesante e duratura come quella che stiamo vivendo ormai dal 2008, il compito dell’Associazione è stato quello innanzitutto di sostenere il lavoro delle nostre imprese e di cercare soluzioni per limitare i danni di una flessione produttiva senza precedenti.
Abbiamo concentrato i nostri sforzi nel riportare al centro dell’agenda del Paese l’industria delle costruzioni: unico vero volano per l’intera economia del Paese, visto che è sull’edilizia che storicamente poggia le basi il mercato interno in Italia, e farlo ripartire è una condizione essenziale per uscire da questa gravissima crisi.
Tra le nostre priorità c’è, dunque, la necessità di rilanciare il lavoro, di sostenere le politiche per la casa tartassata da una tassazione caotica, di riqualificare le città a partire dalla messa in sicurezza delle scuole e di risolvere la piaga dei ritardati pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Questioni che, anche grazie alle nostre numerose iniziative e al lavoro meticoloso che abbiamo fatto con le istituzioni, sono finalmente tornate al centro dell’attenzione del Governo e del Parlamento.
I: Secondo lei come si può migliorare, in particolare, l’accesso al credito per le imprese e le famiglie?
B: Un segnale molto importante, l’ultimo in ordine di tempo, è arrivato con l’annuncio fatto dal governatore della Bce Mario Draghi di acquisto di Abs e Covered Bond emessi dalle banche in favore di prestiti alle famiglie per l’acquisto della casa, che potrebbero dare un impulso determinante alla ripresa dell’edilizia. Ora è fondamentale che gli istituti di credito, alleggerendo i propri bilanci, decidano di sfruttare al massimo questa maggiore liquidità, concedendo nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni. Inoltre, mi auguro che la diminuzione del tasso di riferimento Bce allo 0,05% si traduca in una diminuzione dei tassi effettivamente applicati dalle banche a famiglie e imprese.
Sul fronte del mercato degli affitti, poi, molto importante è la nuova misura da noi sollecitata che prevede lo sconto fiscale previsto dal decreto Sblocca Italia per chi acquista, anche da privati, case nuove o ristrutturate per riaffittarle a canone concordato per almeno 8 anni. È una misura che abbiamo chiesto con insistenza e sulla quale contiamo molto, perché in Francia con la legge Scellier, alla quale si ispira, ha contribuito in modo determinante al rilancio del mercato degli affitti.
Ma aldilà dei singoli interventi, la speranza è che banche e imprese tornino a fare sistema. Come è accaduto in occasione dell’accordo Abi-Cdp e Ministero delle Infrastrutture, fortemente voluto dall’Ance, per il rilancio dei mutui casa. Ed è sotto gli occhi di tutti che l’unico dato in crescita finora è proprio quello sulla ripresa dei mutui casa….
I: Avete tavoli di lavoro aperti con il Governo?
B: Stiamo lavorando su tutti i fronti. Ritardati pagamenti, edilizia scolastica, dissesto idrogeologico, emergenza abitativa e regole per la tutela e la concorrenza del mercato degli appalti, sono solo alcuni dei temi sui quali siamo impegnati quotidianamente per fornire il nostro contributo ai decisori pubblici.
Ma non siamo soli. In questi anni per rafforzare la nostra azione a sostegno delle imprese abbiamo siglato importanti alleanze, favorito e promosso iniziative allargate che hanno dato grandi risultati non solo in termini di visibilità. Penso per esempio alla nostra attività sul dissesto idrogeologico che ci ha portato insieme ad architetti, geologi, ambientalisti e giornalisti a dare vita a un’importante iniziativa: #dissestoitalia, un web documentario di denuncia e di proposte di soluzioni concrete dal quale poi si è sviluppata anche un’importante petizione web, con migliaia di firme raccolte in poche settimane e presentate a Palazzo Chigi. E se il Governo ha ritrovato 2,5 miliardi per il dissesto idrogeologico che erano nascosti nei cassetti delle pubbliche amministrazioni un po’ lo dobbiamo proprio a questa importante iniziativa. Ma molto intensa è stata anche la nostra battaglia per il pagamento dei debiti arretrati. Dopo essere stati i primi a maggio del 2012 a denunciare con il “Dday” questa piaga che ha portato migliaia di imprese a chiudere, finalmente si è cominciato a pagare e speriamo che anche i debiti in conto capitale siano definitivamente saldati al più presto.
I: Quali sono le vostre proposte per rilanciare l’economia del Paese?
B: I dati congiunturali che arrivano continuano ad essere negativi: Pil, deflazione, disoccupazione. E soprattutto la tendenza che anche organismi come l’Ocse registrano in questi giorni non è incoraggiante in particolar modo per l’Italia che continua a essere fanalino di coda dell’Europa. Ormai sappiamo tutti che la politica del rigore non ha portato la crescita, anzi! Basti vedere le buone performance economiche dei Paesi che invece di tagliare come facciamo noi hanno scelto la strada dei grandi investimenti, come Stati Uniti e Gran Bretagna.
Serve una nuova politica economica europea, che metta al primo posto la necessità di tornare a crescere sostenendo il mercato interno e il lavoro.
Dal decreto “Sblocca Italia”, ad esempio, ci aspettavamo molto di più in termini di risorse per far ripartire il settore.
Diamo atto al Governo di aver finalmente rimesso l’edilizia al centro dell’agenda, ma adesso serve un grande piano di investimenti che dia uno choc al Paese. Un piano da 100 miliardi di euro in un paio d’anni potrebbe centrare il duplice obiettivo di rimettere in moto il lavoro e l’occupazione facendo cose utili per l’economia e il benessere dei cittadini.
Ilaria Rega