Gianni Silvestrini, recentemente eletto presidente del Green Building Council Italia e membro del Comitato Scientifico di Giardini di Babilonia. Il settore della riqualificazione si muove sempre di più verso quello che si definisce deep retrofit. Perché intervenire in maniera radicale sulla riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano è centrale per una strategia energetica nazionale? Il salto di qualità che occorre fare è proprio quello di passare dalla riqualificazione del singolo appartamento, operazione che ha avuto molto successo in Italia con le detrazioni fiscali prima del 55% e poi del 65%, alla riqualificazione di interi edifici. Una vera e propria deep renovation che riscuote successo negli Stati Uniti, viene richiesto dall’Europa ed è indispensabile se si vogliono mantenere le radicali riduzioni dei consumi, previste per il 2020 e il 2030, per raggiungere gli obiettivi europei e direi anche per un problema che in questo momento è di grande attualità che è quello della sicurezza energetica con la situazione della crisi del gas Ucraina-Russia. Il patrimonio edilizio, nazionale, con le sue enormi dispersioni rappresenta il nostro giacimento di shale gas ed è un ambito che, ad oggi, presenta ampi margini di intervento in direzione di una sua riqualificazione in senso eco-sostenibile.

Ecco un nuovo Presidente GBC Italia. Quale visione vuole portare dentro il Green Building Council per il nostro Paese? Io ritengo che l’Italia, l’Europa, abbiano avuto una profonda rivoluzione nel settore elettrico, consumatasi sotto i nostri occhi, per l’entrata forte delle rinnovabili, in particolare del fotovoltaico che obbliga gli attori tradizionali a ripensare al loro modello di business. I prossimi settori ad essere investiti saranno l’edilizia e i trasporti; l’edilizia perché ci sono obiettivi molto stringenti sulla nuova edilizia alla fine del decennio ( i nuovi edifici a consumo energetico quasi zero, imposti dall’Europa in tutta Europa), ma soprattutto c’è la necessità di fare un’azione di riqualificazione spinta del parco edilizio esistente. Il GBC, proprio per il fatto che al suo interno ha anime diverse, può accompagnare questo processo di trasformazione radicale che avverrà o anche accelerarla, se possibile, per esempio dialogando con le Istituzioni a livello governativo o regionale, affinché si diano obiettivi e strumenti più ambiziosi e coraggiosi.

Quali sono gli obbiettivi per il 2015? Cosa bisogna attendersi? Come GBC accentueremo la nostra attività di advocacy nei confronti del governo, per stimolare un’azione su diversi obiettivi. Da un lato puntiamo ad un riconoscimento del valore della certificazione energetico-ambientale nell’ambito di alcune norme in via di definizione. In questo modo sarà più facile prevedere una premialità in futuri bandi di enti pubblici, volti alla riqualificazione di edifici, per le proposte che prevedano di seguire le procedure previste da certificazioni come il LEED o altri sistemi di analoga credibilità. Questo, già sperimentato a livello locale,  sarà molto importante nei prossimi anni in diversi ambiti, dagli interventi di efficientamento dell’edilizia governativa previsti dal D.L. 102, agli interventi che verranno promossi con i fondi della programmazione europea 2014-20. L’altro ambito su cui stiamo lavorando riguarda la definizione di nuove modalità di finanziamento degli interventi di riqualificazione, passaggio fondamentale per aumentare notevolmente le opportunità di intervento in particolare nel caso di interi edifici per i quali le detrazioni fiscali sono poco utilizzabili. Stiamo pensando, ad esempio, ad una opportuna rimodulazione dei Titoli di Efficienza Energetica che attualmente prevedono una loro particolare applicazione per “grandi progetti” industriali che potrebbe essere estesa per interventi edilizi su grande scala e che faciliterebbe il coinvolgimento di fondi di investimento.

Quali nuove certificazioni arriveranno in Italia? Quali innovazioni dobbiamo aspettarci dal GBC nel nostro paese? Nel 2005 verrà reso disponibile per la certificazione nel mercato italiano il sistema GBC Home v2, GBC Quartieri e GBC Historic Building. Per quest’ultimo è stato aperto un tavolo di confronto con USGBC per l’elaborazione di una versione ad uso internazionale. A valle della sperimentazione sui Casi Studio finalizzeranno i manuali dei relativi protocolli per la pubblicazione e l’avvio dei casi pilota. Stiamo inoltre avviando un’attività esplorativa e di identificazione degli sponsors per una nuova certificazione che al momento chiamiamo provvisoriamente “condomini”.

Perché REbuild quindi è importante come convention qua in Italia? E come si sta muovendo il settore immobiliare? REbuild è un’esperienza originale perché mette insieme anime molto diverse tra di loro, dalla finanza al mondo immobiliare, dai costruttori ai progettisti, ai certificatori e quello che serve proprio in questo momento è trovare la miscela giusta; per esempio trovare soluzioni di finanza innovativa che consentano di fare il salto di qualità. Gli elementi di discussione e soprattutto anche il confronto con esperienze internazionali di  successo rappresentano un elemento caratteristico di REbuild, che mi pare molto interessante da utilizzare. Il confronto con esperienze internazionali di successo ad esempio costituisce un elemento caratteristico di Rebuild e fornisce notevoli spunti di discussione sull’argomento.

Gianni Silvestrini – Presidente di Green Building Council Italia

Emanuele Bompan