I temi toccati dall’Intervista a Luca Ferrari, Presidente ISI e membro del Comitato Scientifico di GdB, mi stanno particolarmente a cuore, avendo vissuto sulla mia pelle le terribili conseguenze del terremoto dell’Irpinia e in parte quelle del terremoto in Abruzzo.
Credo che in Italia e non solo, vi sia ancora molto da fare per tutelare la sicurezza dei cittadini. Il ruolo di ISI è proprio quello di migliorare la sicurezza delle nostre abitazioni.
Presidente Ferrari ci racconta quale è l’impegno di ISI per la riqualificazione e per la sicurezza degli Immobili?
La nostra Associazione nasce, ormai qualche anno fa, dalla necessità di creare un’organizzazione che rappresenti i protagonisti nei diversi ambiti dell’ingegneria sismica in Italia.
Ingegneria Sismica Italiana è infatti composta da rappresentanti del mondo produttivo e imprenditoriale, delle professioni, dell’università e della ricerca che operano nel settore dell’ingegneria sismica. Sin dalla sua nascita ISI ha avuto come obiettivo quello di coinvolgere e di aumentare il confronto tra le figure professionali che si occupano di ingegneria sismica nel nostro paese, in quanto, la sensazione è che ci sia poca comunicazione tra professionisti ed istituzioni, o tra le aziende ed il mondo accademico, ecc ecc. ISI rappresenta molte realtà complementari, tuttavia, bisogna riconoscere che nascedalla volontà di un gruppo di aziende che operano direttamente nel settore delle costruzioni equindi i progettisti ne sono il motore trainante e sono stati fonte di ispirazione sin dalla sua nascita.
L’impegno di ISI ovviamente è stato sempre quello di migliorare la sicurezza delle nostre abitazioni ed ha spaziato in diverse aree dell’ingegneria sismica, a partire dalla validazione dei modelli di calcolo, strumenti indispensabili per analisi semplici ma anche molto complesse che richiedono a volte un occhio attento per funzionare correttamente; alla vulnerabilità degli elementi non strutturali, sempre presenti nella realtà ma raramente considerati durante la progettazione;fino alla vulnerabilità degli edifici esistenti, alla loro classificazione e alle implicazioni assicurative. In questi ultimi 3 temi, strettamente interconnessi tra di loro, ISI ha investito molto tempo e molte energie contribuendo al loro sviluppo ed approfondimento.
Nel luglio 2013, infatti, è stato pubblicato il “Manifesto ISI – Classificare la vulnerabilità sismica dei fabbricati – Come certificare la sicurezza e la sostenibilità del patrimonio immobiliare favorendo lo sviluppo economico”.L’idea riportata nel Manifesto, insieme al lungo elenco dei vantaggi derivanti, era quella di effettuare una classificazione degli edifici esistenti basata su criteri oggettivi in modo da quantificare in modo speditivo la vulnerabilità sismica attraverso classi di appartenenza; tramite le quali è possibile anche una provvisionale valutazione del rischio sismico.
Il percorso fino ad oggi è stato lungo ed a volte tortuoso, ma, ISI ha sempre creduto in questo progetto e a seguito del decreto del 17 Ottobre del 2013 del Ministro Lupi veniva istituito un Gruppo di Studio “per la proposizione di uno o più documenti normativi per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni, finalizzata all’incentivazione fiscale di interventi per la riduzione dello stesso rischio” nel quale ISI ricopriva il ruolo di Segreteria Tecnica. Il risultato è che nell’Aprile scorso è stato presentato sul tavolo del Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio di una bozza delle linee guida per la Classificazione Sismica e siamo in attesa di una risposta per il loro utilizzo.
Dal Suo punto di vista quale è lo stato dell’arte delle riqualificazione in Italia e quali secondo lei sono i parametri per una riqualificazione efficace ed efficiente?
Innanzitutto la ringrazio per la domanda che mi permette di entrare più in dettaglio in quelli che sono gli obiettivi della Classificazione.
Al momento in Italia, sebbene negli ultimi anni abbiamo assistito ad uno sforzo da parte delle istituzioni per perseguire una riqualificazione del territorio ed una riduzione del rischio, è venuta a mancare una strategia mirata per l’ottimizzazione delle risorse. La Classificazione nasce anche per questo. Infatti, tra i molteplici usi,attraverso una classificazione adeguata è possibile identificare gli edifici più a rischio e che hanno più bisogno di interventi, è inoltrepossibile identificare, per ogni singolo edificio, la strategia di adeguamento che minimizza il rapporto costi/benefici garantendo una migliore e più efficiente distribuzione delle risorse sul territorio. Mi spiego meglio ….assumiamo di avere un edificio che si trovi in classe G e che dopo l’intervento avanzi fino alla classe B. L’edificio è migliorato di 5 classi e questo ci fornisce una misura dell’efficacia dell’intervento. In aggiunta, è possibile valutare, tra le varie strategie di intervento che permettono di raggiungere la classe B, quella meno costosa garantendo un uso efficiente delle risorse economiche.
Inoltre, se parliamo di riqualificazione efficiente al giorno d’oggi non si può sorvolare il tema della sostenibilità. L’intervento di adeguamento sismico è quasi sempre occasione di riqualificazione urbana, senza impiego di nuove aree costruttive ed evitando l’ulteriore cementificazione dei centri abitativi. Nel 2015 la Sezione Tecnologie Antisismiche di ISI ha organizzato un convegno intitolato “Sicurezza sismica degli edifici: quando ristrutturare e quando ricostruire da zero?” Nel convegno è stato analizzato il problema della sicurezza nel suo complesso, analizzando il deficit del patrimonio edilizio italiano, le esigenze della società, i problemi ambientali ed economici.
Con gli strumenti che abbiamo a disposizione, la sicurezza delle abitazioni, la massimizzazione dei benefici e l’ottimizzazione delle risorse al giorno d’oggi deve passare attraverso una progettazione integrata che consideri il ciclo di vita delle strutture, la loro sostenibilità economica ed ambientale.
Durante questo convegno il Prof. Paolo Riva ha concluso la sua presentazione con una citazione di Kofi Annan che riporto volentieri in quanto probabilmente è molto più efficace di molte altre parole: “Strategie di prevenzione più efficaci farebbero non solo risparmiare decine di miliardi di dollari ma salverebbero decine di migliaia di vite. Costruire una cultura di prevenzione non è facile. Mentre i costi della prevenzione debbono essere pagati nel presente, i suoi benefici si avvertono in un futuro distante. Per di più, i benefici non sono tangibili: Sono i disastri non avvenuti.”
Come il legislatore potrebbe innescare dei circoli virtuosi in termini di incentivo alla riqualificazione e alla sicurezza?
Ritorniamo a parlare della Classificazione. Se le cose procederanno nel modo giusto dovremo essere sulla strada buona.
Le linee guida per la Classificazione Sismica presentate nell’Aprile scorso al Ministro delle Infrastrutture sono infatti pensate anche per questo. Potranno essere utilizzate come un semplice strumento tecnico volontario, che servirà soprattutto per aiutare i soggetti pubblici e privati a fare valutazioni sul proprio patrimonio, ma l’auspicio è quello che vengano collegate agli incentivi fiscali finalizzati al miglioramento antisismico. In questo modo, gli incentivi al miglioramento sismico, guidati dalla classificazione, possono diventare volano di ripresa.
Quali sono gli obiettivi futuri, prioritari, che vi siete posti come ISI?
L’importanza della classificazione e dell’incentivazione è indubbia e il sostegno di ISI a questi temi continuerà anche in futuro, tuttavia, questi da soli non sono sufficienti a garantire la qualità del costruire e con essa la sicurezza delle nostre abitazioni.
Troppo spesso infatti ci si dimentica che le norme sono solo una parte per il raggiungimento della sicurezza, e che un ruolo altrettanto fondamentale è quello di una corretta realizzazione dell’intervento. Per questo diventa indispensabile passare attraverso la figura del Direttore Lavori.
Tra gli obiettivi futuri abbiamo infatti la realizzazione di un quaderno tecnico incentrato sulla figura del tecnico che segue la Direzione Lavori, in quanto, mai come ora il suo ruolo scrupoloso ed imparziale si rivela determinante per l’evoluzione della cultura del costruire.
Ilaria Rega