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Rubrica a cura di Angelo Luigi Camillo Ciribini

iotQualunque cosa il Geographic Information System e il Building Information Modeling possano significare a livello metodologico, la loro funzione storica sul piano strumentale è quella di trasferire tutti gli Operatori del Settore e del Mercato delle Costruzioni, oltre che il loro operato, all’interno di un Eco-Sistema Digitale.
Si tratta di un passaggio fondamentale, poiché, una volta che gli esiti dei Processi di Committenza e di Progettazione siano stati digitalizzati, è possibile, per le Catene di Fornitura, promuovere Prodotti Immobiliari e Infrastrutturali entro una logica As A Service, contraddistinta da Evoluzionalità e da Connettività.
In altri termini, una offerta innovativa di carattere universitario destinata ai mercati internazionali dovrebbe concentrarsi al crocevia tra Transizione Energetico-Ambientale, Transizione Digitale e Transizione Circolare e Sociale.
Si tratta, quindi, di formare Soft Skilled People capaci di esercitare una Progettualità Esperienziale e Comportamentale incentrata sulla dimensione Operational dei Cespiti Immobiliari, pensando che le funzioni tradizionali del BIM Management possano essere antecesse agli ITS o a Corsi di Laurea (Triennale).
Sotto il profilo formativo, ciò vuol dire immaginare un Corso di Laurea Magistrale (a ciclo unico?) che unisca i profili di Ingegneria Edile (Architettura), Ingegneria Informazionale, Ingegneria Energetica.
Il punto di partenza riguarda, infatti, il doppio binario del Prodotto e del Processo, entrambi accomunati da alcuni paradigmi: la Computazionalità, la Connessione, la Versatilità.
È significativo che nel panorama dei Servitized Built Assets, la figura iniziale sia quella dell’Occupante e del Passeggero: si costruisce, cioè, il Prodotto (e i relativi Componenti) sul presupposto che, oltre a Prestazioni, esso «eroghi» Processi.
Il Building Information Modeling, quale metodologia, evoca le nozioni di Collaborazione o di Integrazione, per cui, in sintonia con i risvolti organizzativi, finanziari, contrattuali, i Processi sono abilitati dalla Digitalizzazione.
Ma qui si va oltre. Se, infatti, si osservano i Grandi Progetti di Committenza relativi agli Edifici e alle Infrastrutture, ci si accorge che è la Persona, in particolare l’Individuo, a porsi al centro del Cespite, il quale, di conseguenza, «risponde»: tempestivamente e puntualmente (singolarmente, specificamente).
Vediamo, allora, di approfondire quali possano essere gli elementi dell’Internet of All Things and Services, così come della Quarta Rivoluzione Industriale, a poter rilevare nella trasposizione al Settore delle Costruzioni.
Non vi ha dubbio, appunto, che sopra a tutto stia l’Esperienza (dell’Occupante come del Viaggiatore) che non si limita al tempo di permanenza nel Bene Immobiliare o Infrastrutturale, bensì che lo precede e lo segue.
Di conseguenza, per prima cosa, si nota come la relazione dell’Abitare travalichi l’insistenza nel Luogo.
In secondo luogo, sia che si tratti di creare le condizioni micro-climatiche in un ambiente confinato sia che si tratti di guidare qualcuno al gate ferroviario o aeroportuale, l’elemento saliente, oltre alla Connessione, è la Personalizzazione.
Per questa ragione, spesso tramite le Prestazioni Energetiche e gli Stili di Vita si traducono in soluzioni configurate sulle caratteristiche individuali: come dimostra l’Energy Performance Contracting.
Le Soft Skill di cui si discute discendono, allora, da una concezione dell’Ambiente Costruito che si dilata, che aspira a farsi sistemica, «politica», nel senso di confrontarsi con la Smart City e la Smart Land.
Ecco, dunque, che, su una base digitale di carattere territoriale ed edilizio-infrastrutturale, i Dati si depositano, si incrociano, si strutturano in Informazioni, o meglio, in Intelligence, in Business Intelligence, ma non solo.
Pertanto, un Corso di Laurea dovrebbe partire dalle Analitiche dure, quelle disciplinari, dell’Ingegneria Edile, Strutturale, Energetica, che si trasformano in Modellistiche rigorose, per transitare da quelle morbide, dalle Data Analytics e dalle Data Sciences, per giungere al côté più umanistico della Città e del Territorio Connessi, quella legata alla Morfogenesi, alla Spazialità, ai Beni Culturali, alla «Città Sensibile».
Dietro a una tale offerta formativa, però, non può che insistere una Strategia Industriale che, dalla Riqualificazione dei Condominî alla Rigenerazione di Distretti Urbani, immagini nuovi Servizi e proponga nuovi Contenitori.
Augmented Reality, Immersive Environment, Gamification, Additive Manufacturing, Smart Housing, e molto altro, restano, per ora, segmenti isolati che stentano a ritrovarsi in un Eco-Sistema Digitale che non sia semplicemente «ospitato» entro una Piattaforma IoT.
È ovviamente, questo, un Progetto Industriale ampio, che ambisce a mettere a sistema i Grandi Player con le Microprofessionalità e le Microimprenditorialità: che, soprattutto, non può essere ricondotto agli schemi tradizionali, poiché l’Intelligence che lo guida, che può essere architettonica, ma che è, in primo luogo, economico-finanziaria, coniuga Conoscenza e Rischio in misura non compatibile con gli assetti consolidati.
D’altronde, accanto ai Flussi Informativi e ai Flussi Energetici, occorre ricordarsi dei Flussi Finanziari, all’interno di uno schema collaborativo e, al contempo, competitivo tra Sistemi Urbani o Territoriali.
Analogamente, Londra, ad esempio, ha già approntato un Data Store.
Di fatto, al centro vi sarebbero dei City e dei Building/Infrastructure Model la cui identità non si distingue facilmente nelle diverse fasi temporali (poiché l’Asset Information Model iniziale potrebbe non differire di molto da quello, dopo la conclusione dell’intervento, alimentato da serie di Dati in continuo) e il cui valore principale risiede nell’essere «in relazione» con le Persone (i loro Mobile Device), le Reti, le Infrastrutture, i Mezzi.
Parimenti, la nozione di Spazio Pubblico e quella di Spazio Privato potrebbero, in quanto Spazi Connessi, essere meno distinguibili, come, peraltro, la Fruizione dei Beni Culturali, in quanto Aumentata e Virtuale, potrebbe divenire più «compatibile» e, al contempo, più «fruibile».
Di fatto, così come Industrie 4.0 immagina la competenza inedita di un Ingegneria di Integrazione dei Sistemi, in questa sede possiamo pensare a un Ingegnere dei Flussi Integrati per l’Ambiente Costruito.
Naturalmente questo profilo professionale mira alla Predictive Data Analytics, laddove le Analitiche dei Dati iniziano a essere utilizzate anche per le campagne elettorali, specificamente negli Stati Uniti.
Epperò, il dialogo tra la Cyber City e la Scientent City, tra Comunità Tecnocratiche e Comunità Sociali, deciderà sicuramente un punto di compromesso, anche sui profili professionali.

Angelo Luigi Camillo Ciribini, DICATAM, Università degli Studi di Brescia