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Rubrica a cura di Annalisa Ferrazzi
Nell’approcciare un settore, come quello della riqualificazione degli immobili, dalle immense potenzialità e dalle molteplici ricadute su più fronti, la politica ha senz’altro una grandissima responsabilità.
L’attenzione posta dal Governo al tema è andata, anche per evidenti pressioni europee, via via crescendo negli ultimi anni e si è manifestata con la concessione, anche se spot, dei famosi incentivi fiscali del 50% e soprattutto del 65% per lavori di risparmio energetico. Fino ad oggi tuttavia non erano mai stati affrontati i limiti insiti in queste agevolazioni, primo fra tutti quello degli aventi diritto alla detrazione.
A partire da quest’anno, invece, l’articolo 1, comma 74, della Legge di Stabilità 2016 ha introdotto una novità rivoluzionaria destinando per la prima volta l’agevolazione anche a tutti quei contribuenti rientranti nella no tax area.
Per la prima volta infatti anche gli incapienti potranno finalmente godere dell’ecobonus 65% attraverso la cessione del credito corrispondente ai fornitori che hanno eseguito i lavori o le prestazioni, come parte del pagamento dovuto.
Fresca del 22 marzo è inoltre la pubblicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate delle regole per l’applicazione effettiva della normativa, sicuro passo avanti nella democratizzazione delle detrazioni fiscali che così vengono concesse anche ai “veri” poveri, gli stessi che probabilmente risiedono in condomìni vetusti e/o energivori.
A fronte di questo primo importante successo, rimangono però aperte alcune questioni su cui Harley&Dikkinson sta lavorando assieme all’On. Misiani, promotore con l’On. Braga della normativa e il Presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci.
Da un lato infatti sono molti i condòmini incapienti che non hanno comunque le risorse economiche per coprire la parte di spesa non scontata con la cessione; e l’assemblea potrebbe non avere risorse finanziarie sufficienti per deliberare le opere, dall’altro l’impresa si trova con un’alta percentuale di crediti ceduti da recuperare in 10 anni nell’incertezza di ciò che può succederle in un periodo così lungo.
In risposta alle difficoltà del condominio nell’accantonare la somma (SAL) relativa all’intervento, come previsto dalla riforma condominiale n. 220 del 2012, Harley&Dikkinson mette da tempo a disposizione il primo credito al condominio, ovvero un finanziamento anche a tasso zero per il condominio con gli interessi sostenuti in parte o in toto dall’azienda con ammortamento fino a 7 anni per opere “green” al di sopra dei 200.000 euro.
La diluizione del debito in più annualità dà infatti respiro a quei condòmini che non potrebbero impegnarsi in un esborso unico ed immediato della loro quota di lavori, ma che se finanziati possono sostenerne più tranquillamente il carico.
Relativamente invece al problema legato all’impresa, H&D si sta muovendo per far sì che la stessa azienda appaltatrice possa a sua volta destinare ad altri il credito ricevuto dal/i condòmino/i.
La macchina delle riforme in ambito condominiale è stata dunque avviata.
Siamo fiduciosi che il mercato ne risentirà positivamente e risponderà con ottimismo a queste importanti sollecitazioni.
OTTIMO E DI CERTO INTERESSE
Grazie Alfonso!