Rubrica a cura di Angelo Luigi Camillo Ciribini

ciribiniLa cosiddetta «dematerializzazione» delle procedure utilizzate per aggiudicare appalti e concessioni, così come, ad esempio, le aste elettroniche, rientrano naturalmente pienamente nella Digitalizzazione degli Appalti e delle Concessioni.
Parimenti, un crescente numero di bandi di gara, reperibili sul TED (Tenders Electronic Daily), menzionano l’acronimo BIM, anche se, poi, talvolta, tale richiesta si risolve in dwg e in 3D.
Parimenti, anche in Italia, Committenti Privati hanno domandato, o si sono ritrovati, nel Dossier di Offerta, ad esempio, Simulazioni in 4D dei lavori previsti.
Non esistono, tuttavia, molti casi strutturati in cui la Modellazione e la Gestione Informativa siano state utilizzate in maniera computazionale al fine di governare il processo di aggiudicazione.
Nel Nostro Paese, il caso più noto è stato quello attinente al Comune di Melzo, assistito dal Politecnico di Milano, in cui il ricorso al Modello Informativo è stato indiretto, nel senso che dati computabili, derivati dal Modello Informativo in possesso della Stazione Appaltante, sono stati forniti ai e dai Concorrenti e, nella sostanza, «immessi» nel Modello Informativo di riferimento, allo scopo di comparare e di valutare gli esiti indotti dagli Offerenti: anche, peraltro, consentendo, tra le altre, variazioni progettuali in tema di stratigrafie dell’involucro o di numero di UTA.
Tra gli aspetti di maggior rilievo si annoverano la verificabilità delle offerte tecniche nella Offerta Economica più Vantaggiosa, la maggiore consapevolezza degli Offerenti in termini di ribasso nell’Offerta Economica, una certa «economia informativa» che ha permesso di ridurre i tempi di aggiudicazione, di mitigare l’impatto dell’onerosità dell’Offerta Tecnica per i Concorrenti, ecc.
Sia che si tratti di Appalti di sola Esecuzione o di Progettazione e di Esecuzione, oggi improvvidamente marginalizzati nel D. Lgs. 50/2016 (i contratti di Concessione e di Disponibilità fanno caso a parte), poco si è ragionato sinora (e lo si sta facendo, peraltro, sempre al Politecnico di Milano e all’Università degli Studi di Brescia, nell’ambito dei programmi dottorali) sul ricorso alla Modellazione Informativa in una chiave diversa.
Prima di tutto, immaginando di mettere a disposizione dei Concorrenti un Modello Informativo Federato, in formato nativo e in formato neutro (ma, più probabilmente rendendolo immediatamente leggibile e operabile su una apposita Piattaforma di Aggiudicazione), si potrebbe pensare al seguente scenario.
Dato che la Stazione Appaltante non si trova solo nella necessità di aggiudicare il contratto di appalto al soggetto, tra quelli aventi titolo, sulla scorta di quanto nominalmente prospettato nell’Offerta, che risulti «tecnicamente» ed «economicamente» più competitivo, occorre agire sulla stima del livello di affidabilità dell’Offerente stesso (con evidenti implicazioni sul piano cauzionale e fideiussorio).
In altri termini, occorre definire una metodologia di calcolo probabilistico della attendibilità dell’Offerta, Tecnica ed Economica, che consideri l’intera potenziale e prospettica Catena di Fornitura dell’Acquirente.
In definitiva, si tratterebbe di fare sì che non si valuti esclusivamente il risultato delle azioni che il Concorrente svolge sul Modello Informativo all’interno della Piattaforma di Gara, bensì di considerare, attraverso opportune Data Analytics, parametri indicativi sia della credibilità delle opzioni proposte sia della coerenza e della coesione tra i diversi Membri del Raggruppamento Temporaneo.
Si tratta, perciò, di proporre una ipotesi di On Real Time Tendering & Awarding Intelligence.
Prima di tutto, è indispensabile che il Modello Informativo Federato contenga al proprio interno, in maniera computazionale, ogni elemento del Progetto posto a base di gara.
In secondo luogo, occorre valutare con appositi applicativi informatici di analisi dell’uso dei software di Modellazione Informativa o di linguistica computazionale, con attinenza a ogni scambio informativo occorso tra i Sub Offerenti, le modalità con cui i diversi Componenti del Raggruppamento Concorrente interagiscono tra loro sulla Piattaforma (che rappresenta l’unico Eco-sistema Digitale in cui essi possano muoversi) per desumerne le conflittualità interne e la capacità di coordinamento dei contenuti tecnici ed economici dell’Offerta.
In terzo luogo, laddove tutti i potenziali Fornitori della Catena dovessero interagire con i Concorrenti principali sull’interpello preliminare, si potrebbe, da parte della Stazione Appaltante, prima, e della Commissione Aggiudicatrice, poi, esaminare sia la correttezza dei Requisiti Informativi diffusi lungo la Supply Chain sia la credibilità dei prezzi offerti, per valutarne congruità e anormalità.
Parimenti, sul piano progettuale, sia nel caso di Appalto di Sola Esecuzione (con le Proposte Migliorative) sia in quello di Progettazione e di Esecuzione (con la configurazione parziale o totale di un Livello di Progettazione), in questa maniera sarebbe possibile valutare sia le conseguenze sistemiche di una modifica al Progetto originario sia la disposizione dei fatti cantieristici, considerandoli, però, in termini geo-spaziali tra luoghi di produzione, cantiere propriamente detto, discariche, ecc.
Questa impostazione consentirebbe, dunque, oltre che di permettere alla Stazione Appaltante una azione di Intelligence nel corso della Predisposizione delle Offerte e una Attività di Valutazione Comparata lungo la Fase Aggiudicatoria, di assicurare una continuità informativa e decisionale rispetto alle pattuizioni contrattuali tra Commissione Aggiudicatrice e Unità di Gestione dell’Esecuzione del Contratto, anche al fine di scongiurare la omissione o la disattenzione delle promesse avanzate in termini di Proposte Qualificanti.
Ovviamente si tratta di una soluzione che richiede molta riflessione in termini di praticabilità giuridica, ma, di fatto, essa rappresenta l’essenza dello Smart Contracting, vale a dire la premessa a una estensione della Bancabilità e della Assicurabilità dell’Investimento.