Rubrica a cura di Angelo Luigi Camillo Ciribini

smartbuildLe espressioni «Living Services» e «Cognitive Buildings» sono state coniate rispettivamente da Accenture e da IBM con finalità che evidentemente attengono, anzitutto, al marketing.
Occorre, quindi, cercare di comprendere quanto in esse vi sia di strutturale e in che misura eventualmente ciò possa condizionare l’evoluzione del Settore, degli Attori che vi insistono e del Prodotto (Immobiliare o Infrastrutturale) stesso.
È, infatti, ovvio che, sinora, l’innovazione tecnologica tecnologica e processuale abbia riguardato gli Oggetti Tangibili, sia pure nel loro Ciclo di Vita, con conseguenti decadimenti dei livelli prestazionali: che, ad esempio, abbia investito gli Edifici, per quanto attiene, tra le altre cose, all’Ingegneria Strutturale e all’Ingegneria Fisico-Ambientale, vale a dire, olisticamente, l’Ingegneria delle Prestazioni (dell’Organismo Edilizio).
In termini più prossimi alla Digitalizzazione, in fondo, tutto quello che ha a che fare col Computational Design e colla Smart Geometry ambisce a introdurre nella genesi progettuale della Forma e dello Spazio criteri di ottimizzazione di queste variabili, al di fuori di ogni gratuità creativa.
Tutto ciò che rimanda alle locuzioni ricordate in apertura, invece, sembra essere facilmente riconducibile a quella che si denomina abitualmente «Domotica»: l’insieme delle competenze e dei saperi che si riferisce al contributo che l’ICT può offrire all’«Abitare».
Secondo questa accezione, in essa rientrano sia il termostato intelligente sia il frigorifero connesso.
Intrinsecamente appare difficile, al di là, appunto, delle declaratorie, che questi oggetti di per se stessi possano segnare una rivoluzione nella identità del Settore, tanto più che la saga, non recente, degli «Edifici Intelligenti» non pare avere avuto straordinario successo.
Di conseguenza, allorché si ragiona sull’avvenire del Comparto, è opportuno non dare per acquisiti assunti che sono, nella realtà, poco più che suggestioni e che, comunque, non possono certamente sovvertire la «Materialità» dell’Industria delle Costruzioni, non solo per quanto attiene ai Beni Culturali.
Ovviamente, tuttavia, il solo fatto di associare, o di allocare, presso o all’interno di un Componente o di uno Spazio una serie di sensori, di ricettori e di attuatori, comporta l’introduzione di discipline relativamente estranee ai dominî poc’anzi menzionati.
Naturalmente, la presenza di tali dispositivi rende ciascun Componente o ciascun Organismo Edilizio una Entità Connessa, in grado di produrre e di inviare moli ingenti di Dati.
Il solo fatto che i Componenti, fissi o mobili, o gli Organismi Edilizi siano in relazione tra loro li rende, per definizione, sistemici: essi, inoltre, sono, soprattutto, relazionati ad altre Entità, come, ad esempio, le Infrastrutture Trasportistiche o le Reti Energetiche.
Ogni affermazione sin qui avanzata, però, muterebbe solo parzialmente lo scenario di riferimento se, appunto, Living e Cognitive non alludessero ad alcuni passaggi fondamentali all’interno di una possibile transizione.
Per prima cosa, la possibilità che l’oggetto, qualunque esso sia, ha di trasmettere flussi informativi, rende la dimensione del Servizio altrettanto, se non più, importante di quella del Prodotto, ma, in special modo, così come già evidenziato da Airbnb all’interno della Uberification, la Detenzione del Bene (Immobiliare, in particolare) assume un rilievo inferiore all’usuale, ponendo i Big Data relativi all’Abitare sullo stesso piano dei Bricks & Mortar.
È questo, indubbiamente, come più volte rilevato, un elemento traumatico per gli Attori Tradizionali del Settore, a causa della Intangibilità della Transazione.
Quello che maggiormente si evince dall’analisi delle tendenze potenziali e prospettiche è, infatti, la capacità del Cespite Immobiliare di conoscere e di supportare le Abitudini degli Occupanti, degli Utenti, dei Residenti, dei Viaggiatori.
Ciò avviene sicuramente grazie ai Big Data acquisiti tramite la sensoristica, ma, soprattutto, attraverso la traduzione in Machine Readable Data delle segnalazioni (degli umori) che gli Utenti esprimono all’interno di un Social Networking a essi dedicato o ai wearable device.
È palese, pertanto, che in questo modo si coniugano due aspetti critici, come la abilità delle Deep Learning Machine di intelligere – grazie a Realtime Analytics – sugli Stili di Vita delle Persone e la centralità che nel Built Environment è attribuita all’Individuo, cui, una volta tracciato geospazialmente, si vorrebbero offrire soluzioni sartorializzate.
Il Cespite Costruito, il Built Asset, Connesso e Cognitivo, diviene, dunque, un «luogo» in cui lo Spazio appare come evolutivamente produttivo, sia per il fatto di poter variare la postazione di lavoro (la localizzazione della connessione all’universo) sia per la necessità di rendere le soluzioni distributive variabili e adattive.
Le opzioni personalizzate sono, a tutti gli effetti, Servizi alla Persona, per cui la Norma, il riferimento oggettivamente condiviso, deve confrontarsi, in tempo reale, con il Comportamento, il riferimento soggettivamente identificato.
Che cosa è questo, se non il «rendere mobile» il Cespite?
All’orizzonte di questo inedito paesaggio culturale, come si collocano il Building Information Modeling e il Geographic Information System, intesi come metodi e come strumenti che dovrebbero efficientare il Settore?
Giustamente, si è cercato di enfatizzarne la componente metodologica per sottolineare la relatività di quella strumentale: epperò, alla luce delle precedenti considerazioni, il Modello Informativo Digitale rappresenta il Doppio di un Bene Analogico che, tuttavia, una volta sensorizzato (ed essendolo anche i suoi Occupanti), è già divenuto di per se medesimo «digitalizzato».
Chiaramente qui, cambiando l’essenza più intima del Prodotto Immobiliare, Operational Built Asset, è l’Identità degli Operatori a essere chiamata in causa.
Se, infatti, all’interno di un Programma Strategico, quale si pretende essere «Casa Italia», la Digitalizzazione è sinora parsa essere stata piuttosto marginalizzata, poiché la Dimensione Tangibile dell’Analogico promette il riscatto degli Operatori Tradizionali del Comparto, sia pure ricollocati entro il quadro sistematico degli Interventi Integrati a Scala Territoriale e Urbana, ciò di cui stiamo ragionando oltrepassa di molto questa prospettiva, pur di medio e di lungo termine.
Di certo, nessuno può assicurare che il percorso in questa sede prospettato sia realmente percorribile, che non sia il frutto di una deformazione ideologica (e merceologica), come, su questi temi, è, d’altronde, già accaduto in passato.
Del resto, a differenza delle riflessioni sulla Smart City ben più meditate di Antoine Picon, il maggior studioso degli aspetti antagonistici delle culture architettoniche e ingegneristiche dal Settecento, quelle avanzate da Alejandro Aravena o da Carlo Olmo, sono sembrate assai più liquidatorie e tranchant.
Questa è l’incertezza che permea coloro che organizzano Think Tank e Conferenze, coloro che allestiscono Fiere e Mostre: l’interrogativo verte sulla Radicalità della Trasformazione e sulla Durata della Transizione.
Solo sino a un certo punto, infatti, è possibile mascherarsi dietro a categorie note come Sostenibilità e, più recente Circolarità: anche perché quest’ultima, dimostra che la Condivisione si dissolve in Disintermediazione, creando i molti interrogativi del Post Welfare Capitalism.
È evidente che i linguaggi e le culture dei Player radicati nel Settore e quelle dei Newcomer difficilmente sono oggi sintonizzate, traducibili, come non lo sono, peraltro, nemmeno le dimensioni.
È questo difficile crinale, tra avanzamenti incrementali e mutamenti radicali che connota, in definitiva, le esperienze maggiormente pionieristiche.
Nel Regno Unito, ad esempio, la dinamica che dovrebbe condurre dal Livello 2, la Digitalizzazione del Settore per come oggi esso è, ai Livelli 3, la Digitalizzazione del Settore per come potrebbe essere domani, è quasi sempre affrontata in termini lineari, sequenziali. Ma la 5-year Digital Built Britain, così come la 10-year ISO BIM Road Map dicono veramente altro.