di Vittorio Checchia

ioeUna delle sfide che ci attende nei prossimi anni sarà la capacità di estendere ed orientare il concetto di IoT a qualsiasi oggetto connesso in Rete; tale sviluppo prende il nome di Internet of Everything (IoE).

Per delineare questa realtà possiamo indicare alcuni elementi chiave rappresentati da Processi, Dati, Cose e Persone (Process, Data, Things and People), tutti connessi in modo intelligente.

Si tratta di una sfida fondamentale da affrontare con metodo e lungimiranza, partendo dalla conoscenza delle opportunità ma anche dai rischi che ne derivano, con uno sguardo particolare sulla sicurezza dei dati.

Questi sono alcuni degli aspetti affrontati durante l’evento tenutosi il 2 marzo scorso “Stati Generali dell’Intelligence Economica” organizzato dall’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.

Attraverso la partecipazione di esperti del settore (ricerca, università, imprenditoria) si è ampiamente discusso dei principali rischi e opportunità dell’Internet of Everything (IoE) ed evidenziato il ruolo fondamentale dell’Intelligence Economica.

Tale studio si rapporta, in sintesi, a tutte quelle iniziative volte a ricercare e analizzare le informazioni necessarie alla comprensione del contesto e utili a indirizzare il decisore, pubblico o privato, verso la definizione di strategie per lo sviluppo e la salvaguardia delle ricchezze di un Paese.

Le previsioni ci parlano di un mondo composto da miliardi di oggetti, che, dotati della più avanzata sensoristica e connessi in Rete, agiranno a 360° sulle attività umane, dal commercio al sistema bancario, alle attività individuali.

La pianificazione della transizione a questa nuova realtà risulta essere un’occasione unica per le aziende del settore per sperimentare direttamente le potenzialità di innovazione tecnologica dell’Internet of Everything e destinare quindi sempre più risorse per la realizzazione compiuta di questo scenario; inoltre, maggiore sarà il numero di device interconnessi, maggiore sarà la capacità di questi ultimi di “imparare”, “aiutarsi” in un processo evolutivo/innovativo senza apparenti limiti.

Siamo davvero pronti ad immergerci in una realtà dove tutti gli oggetti che ci circondano saranno connessi?

Tutto porta a credere che “l’Internet di tutte le Cose” determinerà un ambiente social tech sempre più invasivo e persuasivo nelle scelte del singolo individuo.

Vi è inoltre, come già accennato, un aspetto critico che riguarda la protezione e la sicurezza di un numero esponenziale di dati; sarà importante definire chi avrà il compito di gestire e controllare le informazioni sulle abitudini e le preferenze degli utenti.

La possibilità di ottenere profili sempre più accurati in grado di predeterminare le esigenze dell’utente potrebbe comportare una possibile attività di spamming legata a prodotti e servizi; inoltre un mondo “iperconnesso” amplifica e favorisce eventuali attacchi alla Rete da parte di cybercriminali in grado di sfruttare qualsiasi vulnerabilità disponibile;  è quindi indispensabile da parte dei fornitori di prodotti e soluzioni IoT la creazione e lo sviluppo di sistemi di difesa, in linea con l’evoluzione delle minacce.

Altro elemento fondamentale è rappresentato da una formazione sul piano educativo e culturale delle persone, con la finalità di renderle coscienti della realtà multidimensionale nella quale si apprestano ad interagire e di un uso responsabile dei dispositivi connessi.

Risulta evidente l’importanza della prevenzione agendo fin da subito e non a “rivoluzione” IoT compiuta attraverso una piena responsabilizzazione di tutti gli attori in gioco; il controllo umano sarà quindi fondamentale per evitare un futuro in cui sia la Rete ad avere il potere della conoscenza impedendo di fatto all’uomo la possibilità di agire e scegliere liberamente.