di Matteo Perini

secondhomeUno studio di architettura spagnolo tra i più quotati ha trasformato il più antico mercato alimentare di Lisbona in uno spazio di condivisione e scambio di idee, denominato Second home. Le protagoniste indiscusse di questo spazio sono le mille piante che gli architetti e progettisti hanno deciso di utilizzare per migliorare la qualità dell’aria, dell’ambiente di lavoro e della vita dei loro occupanti.

Ma perché proprio Lisbona? Il Portogallo, che conta circa 9.5 milioni di abitanti, è stato colpito fortemente dalla crisi finanziaria del 2008/2009; ora finalmente l’aria è cambiata e si vive un’atmosfera più che positiva. Questo paese, infatti, ha saputo conservare i propri settori tradizionali e allo stesso tempo ha puntato sulla tecnologia, sull’energia e sulla mobilità. In Portogallo giungono sempre più investitori stranieri e, in particolare, Lisbona, nominata capitale iberoamericana della cultura 2017, offre nuove frontiere per la nascita di startup, che ora possono trovare un luogo d’incontro unico al mondo proprio a Second home Lisboa. L’obiettivo è quello di riunire le menti più creative d’Europa per stare al passo coi tempi e con il resto del mondo.

Fondato ormai nel 2014, Second home, è uno spazio di lavoro creativo e un luogo di incontro culturale; conta quattro sedi nella capitale inglese e l’ultima inaugurata recentemente nel Mercado de Ribeira di Lisbona. Lo studio di architettura spagnolo che ha realizzato l’opera ha puntato, come è prassi per gli edifici moderni di oggi, su materiali riciclati e sostenibili per l’ambiente, rendendo l’edificio uno dei più green in Europa.

Al piano terra si trova il mercato, mentre al primo piano si estende lo spazio aperto dedicato al “lavoro condiviso”: più di 1.000 metri quadri in cui sono stati conservati gli elementi architettonici della struttura risalente alla fine del 1800. Al posto dei tradizionali e poco economici sistemi di climatizzazione è stato scelto un avanzato sistema di riscaldamento e raffreddamento radiante che sfrutta la ventilazione trasversale. Le mille piante fungono da separatori delle postazioni creando un ambiente accogliente, riducendo la concentrazione di emissioni nocive e polveri sottili e fungendo anche come isolante acustico naturale.

Il risultato quindi è un ambiente con elevati livelli di comfort, dove ci si può sentire a casa: al centro dell’open space si trova un tavolo lungo circa 70 metri pensato per favorire il lavoro di gruppo e lo scambio di idee, ma all’occorrenza permette anche alle persone di avere un adeguato livello di privacy, grazie alle piante che creano barriere naturali. Oltre 100 lampade a LED danno vita a punti luce diffusi e quasi 300 sedie tutte diverse tra loro creano altrettante postazioni. Ma al centro di questa struttura non c’è solo il lavoro: all’interno si trovano spazi ludici come un bar, una biblioteca, una sala dedicata alla proiezione di film, alla musica dal vivo e agli incontri culturali e un’area benessere dove praticare yoga. Il confine tra vita privata e lavoro tende sempre più a scomparire con lo scopo di favorire sinergie costruttive e creare un senso di comunità.