di Annalisa Ferrazzi

condominioDa sempre ci sentiamo dire che investire nel mattone è un affare, ma chi negli ultimi anni si è cimentato a vendere casa si è trovato non poco in difficoltà visto il calo del valore assistito dal 2007 ad oggi. In particolare dal 2010 secondo l’Istat i prezzi delle case sono diminuiti del 14%.

Una cosa però è certa: Europa, Governo e Amministrazioni locali stanno sempre più spostando l’attenzione sulla riqualificazione degli immobili, in particolare su quella condominiale, che può garantire un vero ritorno in termini economici, sia per chi vi abita, ma anche per il mercato delle costruzioni e, non ultimo, per lo Stato. Molti sono infatti gli stimoli utilizzati: norme indirizzate su questo tema, da un lato, e ben note importanti agevolazioni dall’altro.

Prima, tuttavia, che un condominio arrivi a deliberare un intervento di riqualificazione, soprattutto se di una certa entità, sembra che siano necessarie delle congiunzioni astrali più uniche che rare, sia perché si tratta di mettere assieme più soggetti decisori, sia perché la scelta di tali soggetti è a sua volta vincolata ad una serie di elementi di un certo peso.

fonte 18-6-2015Innanzitutto, come riportato dalla ricerca dell’RSE del 2015, lo scarso grado di consapevolezza dei condòmini di fronte alle diverse opzioni di intervento sembra essere il deterrente più difficile da debellare a favore della riqualificazione. Subito dopo troviamo la capacità di spesa del condominio che può anche leggersi come fiducia reciproca dei condòmini sulle rispettive risorse o la possibilità di accedere a delle forme di finanziamento. Tralasciando quanto già detto in merito al processo decisionale, entrano poi in gioco la qualità delle imprese che eseguono i lavori, aspetto questo legato anche all’affidabilità di chi le presenta, o non, vista la sentita mancanza di un aggregatore di fiducia e alla certezza del risultato a fine lavori. Solo al penultimo posto troviamo il deterrente dei vincoli burocratici e come fanalino di coda i costi degli audit energetici, anche perché inseribili nelle detrazioni fiscali.

Da questa rapida analisi contestuale potremmo dire che per dare il via a degli interventi straordinari consistenti su un condominio occorrono dei virtuosismi simultanei di non facile realizzazione.

Idealmente dovremmo ipotizzare che progettisti, imprese, amministratore e finanziatore, ciascuno per le proprie competenze, si mettessero a disposizione del committente, il condominio, per creargli un progetto realmente sostenibile sotto tutti i punti di vista con tanto di garanzia alla fine delle opere. Solo così, forse, diverrebbe più semplice per i decisori poter scegliere in tutta trasparenza l’offerta che più li appaga.

Questa ipotesi oggi non è più solo una possibilità perché esiste un network selezionato di professionisti, imprese ed amministratori che hanno messo al centro il bene del condominio e la propria professionalità per realizzarlo.

Il network si chiama Riqualifichiamo in comune, è promosso da Harley&Dikkinson ed è volto a diffondere capillarmente la cultura dell’efficientamento energetico, della riqualificazione e valorizzazione degli immobili attraverso imprese, amministratori e progettisti che si mettono in gioco per crescere in professionalità e competenze attraverso un nuovo approccio sistemico, mossi dall’ideale di portare l’eco-sostenibilità (sia ecologica sia economica) nel mondo della riqualificazione condominiale.

All’interno della rete si stanno creando nuove sinergie e importanti iniziative dal basso stanno dimostrando la volontà condivisa di voler cambiare in meglio questo mercato a partire proprio dal suo interno.

Un esempio per tutti la proposta sorta all’interno del network da parte di alcuni amministratori di poter caricare i capitolai dei loro condomìni per aprire le gare di appalto alle imprese qualificate di Riqualifichiamo in comune.

Uno fra tutti, David Procacci amministratore da più di 20 anni di una quarantina di condomìni a Roma, sostiene infatti: “È un sacrosanto diritto del condominio poter vagliare una serie di imprese in gara per un appalto. Il ruolo dell’amministratore dev’essere quello di agevolare tale processo, indicando, laddove richiesto, un range di imprese di riconosciuta esperienza e competenza, affinché il condominio, in tutta serenità e autonomia, possa scegliere quella che più è in grado di soddisfare i suoi bisogni.”

Possiamo dire che la rivoluzione del condominio è dunque iniziata e Riqualifichiamo in comune, rappresentando nel suo piccolo un gruppo di attori attivi su questo fronte, può ritenersi parte integrante di questo cambiamento.