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Qualche giorno fa si ragionava con alcuni amici su quanto le persone siano disposte a riconoscere il valore aggiunto della qualità. Per parlare degli esempi più comuni, nel settore alimentare: i prodotti bio, quelli a km zero, quelli senza aggiunta di elementi chimici o le particolari linee gluten free o simili, sono sul mercato a prezzi quasi doppi rispetto agli altri prodotti.
Agli elementi qualitativi, in sostanza, viene attribuito un alto valore! Quale valore allora saremmo disposti ad attribuire al vivere in un contesto di alta qualità, costruito a nostra immagine, dove ci si relaziona con gli altri in modo collaborativo, dove i vicini sono persone con le quali si vive in modo sereno e costruttivo e non “quegli orsi antipatici o semplicemente sconosciuti che ci sbattono il tappeto sula testa appena possono”?
Vivere in armonia con l’ambiente e con le persone che ci circondano rappresenta davvero un sogno comune ai più: verrebbe da dire che vivere in cohousing è, quindi, un desiderio innato. Chi di noi non ha mai sognato di vivere in un posto dove fosse normale scambiarsi un saluto, un favore, anche qualche chiacchiera e magari non litigare una volta all’anno, durante la riunione di condominio? Tutto ciò fa la qualità della vita, insieme alla possibilità di configurare i propri spazi privati e gli spazi di relazione (spazi comuni) secondo i propri desideri e le proprie inclinazioni.
Lo spirito fondatore del cohousing si basa proprio sulla promessa di alta qualità della vita di cui le persone godranno poiché sono esse stesse le protagoniste della creazione del loro habitat. Il percorso partecipativo che i futuri cohouser seguono è finalizzato ad accompagnare il gruppo di futuri abitanti nella costruzione (in senso valoriale, organizzativo e gestionale ma anche in termini architettonici), di quello che sarà il loro futuro habitat. In questo percorso di creazione e delineazione dell’identità personale e comunitaria, viene sempre posto l’accento sulla centralità delle persone, con le loro storie, desideri e bisogni, in quanto saranno loro ad essere i veri designer dei loro spazi e della loro vita, mentre il compito dei tecnici sarà quello di fornire gli strumenti per realizzare i loro sogni. La qualità della vita, insomma, è una relazione che si costruisce e proprio questo si fa andando a vivere in cohousing.
In questo senso cohousing.it ha rivoluzionato il settore immobiliare, mettendo al centro le persone e garantendo così una qualità della vita che, in cohousing, si tocca con mano ogni giorno. Quanto vale per esempio poter contare su una baby sitter condivisa (che magari è una delle mamme o delle nonne del condominio in cui vivi, che conosci benissimo e di cui ti fidi pienamente?). Quanto vale poter contare sul vicino che da un’occhiata, un po’ di pappa e qualche carezza ai tuoi gatti, se ti devi assentare per qualche giorno? E il fatto che i tuoi bambini giochino nello spazio comune a loro dedicato insieme a tanti “cuginetti” mentre voi adulti vi scambiate qualche consiglio su “come sistemare la bicicletta” o su “un locale da provare assolutamente” nella vostra sala comune, sorseggiando un buon caffè e controllando a turno la banda dei piccoli scalmanati? E quanto vale un vicino che, conoscendo i tuoi gusti (e le tue debolezze), una sera ti porta una fetta di quella deliziosa torta al cioccolato che solo lui sa fare?
Vi stupirà sapere che, al contrario degli alimenti bio, km zero ecc, comprare una casa in cohousing costa come comprarla in un posto tradizionale, solo che si hanno tante opportunità in più e una vita più semplice, più armoniosa, più felice. Basta informarsi (sito di riferimento www.cohousing.it) e aver voglia di essere felici.