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Nella foto Sergio Olivero di SiTI

Oggi Intervistiamo Sergio Olivero di SiTI, Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l’Innovazione, un organismo di ricerca senza scopo di lucro creato dal Politecnico di Torino e dalla Compagnia di San Paolo.

Ingegner Olivero che tipo di attività svolge per SiTI?

Sono il Responsabile dell’Area di Ricerca “Energia e Sicurezza” di SiTI, un’area orientata a sviluppare modelli di business innovativi nell’ambito del nuovo paradigma energetico abilitato dalle nuove tecnologie: generazione distribuita fa fonti rinnovabili, energystorage, virtualpowerplant, smartgrid, smartmetering, ecc.

Sono anche membro dello Sherpa Group della EuropeanInnovation Partnership for Smart Cities and Communities (EIP-SCC), costituita dalla Commissione Europea.

 

Ci pù raccontare qualcosa in merito al vostro Progetto  BUILDHEAT?

Gli appartamenti in condominio rappresentano la maggioranza delle case degli italiani. Il Progetto BUILDHEAT, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito della programmazione Horizon 2020 e coordinato da EURAC di Bolzano, punta a dimostrare che è possibili ridurre i consumi di questi immobili fino all’80% grazie a soluzioni innovative che aumentano le prestazioni energetiche.

 

Qual è il ruolo di SiTI in questa triangolazione?

SiTI è il partner di BUILDHEAT con mandato di progettare modelli di business innovativi capaci di attirare investimenti privati da impiegare nella ristrutturazione e riqualificazione degli immobili.

 

Se parliamo di nuovo paradigma energetico, qual è il suo punto di vista?

Riqualificazione, ristrutturazione e rigenerazione del patrimonio edilizio sono strettamente legati al miglioramento della loro efficienza energetica: misure passive (cappotti, sostituzione di infissi, ecc.) e attive (produzione di energia rinnovabile, accumulo termico, accumulo elettrico, ecc.) e loro combinazioni porteranno gradualmente a trasformare le unità immobiliari secondo una logica di autoconsumo energetico (termico ed elettrico).

Gli edifici, da semplici consumatori di energia (user), si configureranno in prospettiva come prosumer, cioè entità capaci di produrre e consumare la propria energia, nonché  (se e quando la normativa lo consentirà) di vendere l’energia prodotta in eccesso e -aggregandosi- di  fornire servizi innovativi al proprio quartiere ed alle città.

Assistiamo ad una rivoluzione del paradigma energetico: prosumers, generazione distribuita, accumulo energetico (elettrico e termico), misurazione dinamica real-time dei flussi energetici entranti ed uscenti (smartmetering), Virtual PowerPlants (VPP) cambieranno il volto dei sistemi di governance territoriale, abilitando meccanismi innovativi energy-driven capaci di trasformare le città in smartcommunities.

 

Come ridurre i costi per la spesa energetica e migliorare la qualità della vita?

Il settore immobiliare attraversa un grave momento di crisi: blocco degli investimenti pubblici, difficoltà finanziarie dello Stato, dissesto degli enti locali, difficoltà di accesso al credito per privati e imprese, tassazione vessatoria, invecchiamento della popolazione, obsolescenza e scarsa efficienza energetica del patrimonio edilizio esistente.

L’obsolescenza e la scarsa efficienza energetica di gran parte del patrimonio edilizio esistente rappresentano tuttavia una grande opportunità per progettare nuovi modelli di business, capaci di liberare risorse in grado di attivare la rigenerazione delle città italiane.

Alla base di tutto c’è la capacità di aggregare la domanda privata minuta di riqualificazione, ristrutturazione ed efficientamento energetico.

Le città italiane sono costituite prevalentemente da condomini realizzati negli anni ’50, ’60 e ’70, cioè da insiemi di appartamenti che devono essere riqualificati insieme in modo integrato: convincere tante persone non è facile, ed è pertanto necessario sviluppare adeguati strumenti di comunicazione dei vantaggi derivanti da tale processo di rigenerazione.

I vantaggi sono essenzialmente: riduzione dei costi energetici (termici ed elettrici), aumento del valore delle unità immobiliari, interesse del mercato(molto spesso lo stato degli immobili li rende attualmente invendibili), miglioramento della qualità della vita per i residenti, miglioramento dell’estetica, riduzione del degrado.

Nel contesto del nuovo paradigma energetico, la combinazione dei risparmi sulla bolletta (termica ed elettrica) con le agevolazioni fiscali per ristrutturazioni ed efficientamento -insieme alle economie di scala derivanti da approcci integrati- possono liberare risorse finanziarie capaci di avviare i processi di rigenerazione urbana.

 

Vi sono capitali da investire in questo settore?

A dispetto della crisi, esistono ingenti capitali privati che potrebbero essere investiti nella rigenerazione urbana, ma che non trovano iniziative “abbastanza grandi” e “a basso rischio”.Se pensiamo ad un valore di investimento per unità immobiliare dell’ordine di alcune decine di migliaia di euro, già con un migliaio di appartamenti si raggiungono soglie milionarie.

Inoltre, il livello di rischio finanziario associato ad un proprietario della classe media che vive nel proprio appartamento è molto basso. Si tratta quindi di aggregare tanti “piccoli” interventi di ristrutturazione, costruendo meccanismi innovativi di governance per gestire in modo efficiente i processi a livello di condominio e di quartiere.

Le banche locali possono approfittare di tale occasione per progettare nuove linee di credito ordinario diffuso e a “basso rischio” in un’epoca “post incentivi alle fonti rinnovabili”, capaci di stimolare le filiere edilizie locali con ricadute in termini di posti lavoro e nascita di nuove imprese (il che, a sua volta, è capace di stimolare l’ecosistema locale, con ulteriori esigenze di credito).

Il credito locale, svolgendo la propria attività ordinaria all’interno di modelli di business innovativi, rappresenta pertanto un importante catalizzatore di tale processo virtuoso di riqualificazione e rinascita urbana.

Anche il crowdfunding rappresenta uno strumento interessante, sia per i proprietari interessati a co-finanziare il proprio immobile, sia per cittadini in cerca di investimenti pluriennali a basso rischio.I meccanismi finanziari innovativi possono abilitare una serie di ricadute virtuose, fra cui la creazione di una catena di valore le cui ricadute sono principalmente legate al territorio: a differenza di quanto successo in passato (ad esempio per molti impianti fotovoltaici nei quali il maggior costo di capitale andava a pagare la fornitura dei pannelli fotovoltaici, prodotti generalmente al di fuori dell’Italia), gli interventi di tipo attivo proposti lasciano una percentuale maggiore dell’investimento complessivo a livello locale. Le tecnologie, per ragioni di mercato globale, sono spesso provenienti dall’estero, ma l’installazione degli impianti (elettrici e termici) viene effettuata da installatori ed artigiani locali il cui valore aggiunto rimane sul territorio. Inoltre l’utilizzo di tecnologie avanzate richiede l’aggiornamento professionale e la formazione di personale di elevata qualificazione in grado di affrontare al meglio le future innovazioni e modifiche dello scenario tecnico e normativo.

Chi sono i protagonisti in questo nuovo scenario socio-economico?

I prosumer sono veri protagonisti del mondo creato dal nuovo paradigma energetico, sono entità votate all’autoconsumo,  capaci di gestire flussi energetici bidirezionali, e sono dotati di una componente smart che li abilita potenzialmente a creare sistemi reticolari interagendo fra di loro.

All’inizio della rivoluzione, i prosumer saranno soltanto nodi ad alta intensità tecnologica che non dialogano fra loro ma si concentrano sull’ottimizzazione delle proprie performance energetiche locali.

Sul medio-lungo periodo, una ulteriore potenzialità del nuovo paradigma energetico risiederà nella capacità di aggregare e gestire sistemi complessi composti da decine di migliaia di prosumer.

Tali sistemi abiliteranno modelli di business innovativi che, attraversola riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, contribuiranno a realizzare le infrastrutture delle smartcities and communities del futuro: esse consistono in unità immobiliari “rese più intelligenti” e trasformate in smartnodes che si aggregheranno non appena la normativa ed il mercato saranno pronti.

Ilaria Rega per Giardini di Babilonia