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Rubrica a cura di Elena Stoppioni

La sostenibilità di edifici e prodotti da costruzione

greeokIl concetto di sostenibilità dell’edificio trova il suo primo riferimento ufficiale a far data dal 1 luglio 2012, con l’entrata in vigore del Regolamento EU 305/2011, detto CPR (Construction Product Regulation).

Questo Regolamento (rivoluzionario in quanto immediatamente applicabile senza dover essere recepito e tradotto in normativa nazionale dagli stati membri) va a sostituire abrogandola la Direttiva 89/106/CEE riguardante la marcatura CE dei Prodotti da Costruzione, e per la prima volta introduce fattori “green” all’interno dei requisiti essenziali di tali prodotti, e dunque dell’edificio stesso.

Occorre precisare che il marchio CE non è volontario, non è un marchio di qualità e neanche un marchio di provenienza: è la metodologia definita dall’UE (già alla fine degli ani ’70) per stabilire il criterio con il quale un prodotto fabbricato in uno degli Stati Membri può liberamente circolare negli altri stati dell’UE, in quanto rispettoso di alcuni requisiti essenziali, e dunque non lesivo per la salute e per lo scopo stesso per il quale il prodotto viene commercializzato.

Fino al 2011 i requisiti essenziali erano 6: resistenza meccanica e stabilità, resistenza al fuoco, sicurezza nell’impiego, igiene  salute e ambiente, protezione contro il rumore, risparmio energetico. La vera novità è dunque l’introduzione di un settimo requisito, uso sostenibile delle risorse naturali, a sua volta determinato da tra fattori costitutivi: secondo il Regolamento, infatti, “le opere da costruzione devono essere concepite, realizzate e demolite in modo che l’uso delle risorse naturali sia sostenibile e garantisca in particolare quanto segue:

  1. il riutilizzo o la riciclabilità delle opere da costruzione, dei loro materiali e delle loro parti dopo la demolizione;
  2. la durabilità delle opere da costruzione;
  3. l’uso, nelle opere da costruzione, di materie prime e secondarie ecologicamente compatibili”

Il produttore di materiali e componenti per l’edilizia sente fortemente l’esigenza di “essere in regola” con la documentazione di prodotto riguardante il marchio CE, in quanto rischia altrimenti di non poter ottemperare alle commesse richieste dai clienti. Questo, fa male dirlo ma è puro realismo, dovrebbe essere pertanto considerato il punto cardine per la “sensibilizzazione” al green dei componenti della filiera edilizia: non sarà l’amore per la terra a convincerli, quanto invece lo sarà l’amore per la propria azienda e per il proprio lavoro. Dunque, bene lo stesso.