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Rubrica a cura di Angelo Luigi Camillo Ciribini

buildingciribÈ ormai del tutto evidente che le Educational Facility stiano svolgendo un ruolo «politico», nel senso letterale e più alto del termine, nel Nostro Paese.
Si tratta, senza dubbio, di una importante intuizione, poiché riguarda uno degli elementi essenziali per il futuro di uno Stato o, eventualmente, di una Unione Politica, non solo Commerciale o Monetaria, tra più Stati.
Sotto questo profilo, esistono due ambiti specifici:
1) gli interventi sui plessi scolastici esistenti: anche in termini di risorse umane e di dispositivi;
2) gli interventi, dimostrativi, di nuova edificazione: anche in termini di risorse umane e di dispositivi.
Per il primo punto, al termine del grande sforzo congiunto e coordinato compiuto, probabilmente la principale necessità riguarderà la Gestione delle Facility per i prossimi venti-trenta anni: tramite una Anagrafe Dinamica impostata sulla Modellazione Informativa e Catene di Fornitura Digitalizzate riconducibili a una azione di Committenze Centralizzate o Aggregate?
L’esempio della Agenzia del Demanio Statunitense del BIM-Based Central Facility Repository, GSA, è eloquente, ma altrettanto si potrebbe dire per le analoghe Organizzazioni Austriache, Norvegesi e Tedesche.
Si tratterebbe, peraltro, di immaginare Reti Verticali Interprofessionali e Interimprenditoriali per dare vita a un Distretto e a una Filiera della Industry of the Built Environment (non solo del Settore delle Costruzioni) che potrebbe avere un brand del tipo Life Styled & Educated in Italy.
Per il secondo aspetto, sarebbe utile immaginare come un Concorso di Idee per gli Spazi di Apprendimento possa svolgersi tra qualche anno, allorché Metodi e Strumenti della Digitalizzazione saranno maggiormente evoluti: sulla falsariga, peraltro, del modo narrativo, di percorribilità spaziale, praticato, anzitutto, da Renzo Piano per descrivere la propria Scuola (reale a Sesto San Giovanni e ideale, in seguito), ma, soprattutto, degli esempi di BIG e di COBE in Danimarca ovvero di Sugawaraidasuke in Giappone.
Un primo elemento di riflessione riguarda la connessione territoriale tra una Committenza Delegata nonché i suoi Finanziatori e le Committenze Locali deputate a gestire il prosieguo delle Fasi di Progettazione, Esecuzione e Gestione dei Cespiti, anche in termini di usi complementari in chiave sociale, ma pure reddituale, del Plesso Scolastico.
È chiaro che una delle tematiche più sensibili riguarda la Continuità dei Processi Decisionali, anche dei Flussi Informativi, tra le due tipologie di Committenze e loro eventuali intermediari, quali le Amministrazioni Regionali: si pensi, ad esempio, alla Design Novation.
Questa notazione richiama subito la necessità di una visione Geospaziale tra le diverse iniziative, sia per poter connettere i Beni Immobiliari e Mobiliari sia per far divenire ciascuno di questi Learning Centre un polo di Qualificazione o di Rigenerazione Urbana (o Estraurbana).
Ciò evoca la necessità di richiamare, tra gli Orientamenti posti alla base del Concorso da parte della Committenza Delegata, il Modello Informativo tanto a livello edilizio quanto a livello distrettuale (BIM/GIS), poiché la Progettualità richiesta presenta sicuramente una fattezza estesa, da «area vasta».
Non si dimentichi, peraltro, che, alla base di una Smart City o di una Smart Land sta una Spatialized Intelligence.
La Digitalizzazione, poi, offre la possibilità al Committente di rendere computazionali le Richieste Esigenziali, i Requisiti, grazie allo Space Programme che alimenta il Documento Preliminare alla Progettazione e che può essere bidirezionalmente collegato ai Modelli Informativi prodotti successivamente con gli applicativi di BIM Authoring.
Ciò consente alla Commissione Tecnica di definire anticipatamente Rule Set al fine di permettere ai Progettisti un autocontrollo preventivo dei propri Modelli Informativi e alla Giuria di effettuare una Istruttoria Comparata dei Progetti presentati e sottoposti in tempi brevi e in maniera oggettiva.
Sennonché, la stessa locuzione Requisiti, rimanda a un approccio funzionalista da Anni Settanta, la cui efficacia permane, senza dubbio, a patto che i temi Funzionali siano coniugabili con quelli Spaziali e con quelli Comportamentali in maniera non deterministica.
Si tenga, inoltre, presente che la dimensione connettiva e sensoristica degli Smart Building tende a ridurre il tratto normativo delle Prestazioni Attese dell’Edificio a favore di un approccio situazionale in continuo divenire (contrattuale) nel Ciclo di Vita dell’Opera.
Qui insiste una delle criticità fondamentali, che inerisce alla natura del Racconto di Committenza che giace alla base del Briefing.
Poiché, peraltro, al netto delle audizioni, un Concorso di Idee o di Progettazione non presenta un carattere diacronicamente dialogico, come potrebbe essere a livello privatistico, le modalità narrative delle Esigenze, dei Vincoli e delle Aspettative della Committenza divengono decisive.
Per il plesso scolastico evidentemente tra queste vi sono non solo le Metodologie Formative, e i Beni Mobiliari, a esse strettamente connessi, ma pure i veri e propri racconti (multimediali e, dunque, digitalizzabili) delle comunità didattiche e familiari degli Utenti prospettici.
Ritornando, però, alla questione originaria, occorre, pertanto, affiancare a una descrizione (statica e funzionale) del Plesso Scolastico (attraverso Room Data Sheet e Furniture Fixture & Equipment Data Sheet) una Narrazione Spaziale dinamica, ottenibile attraverso Behavioural Simulation permesse dalla trasposizione dei Game Engine negli Information Model.
Se l’obiettivo fosse, di conseguenza, ottenere dai Progettisti Idee spendibili e validabili (bancabili) sarebbero opportune alcune possibilità:
1) indurre Committenza e Utenza a fornire ai Progettisti una traccia digitalizzata sul Programma di Committenza (Brief, Space Programme, Documento Preliminare alla Progettazione) che sia il riflesso di una Progettualità Avanzata della Domanda;
2) concepire la Modellazione Informativa quale Beginning with the Operations in Mind;
3) fare sì che le Idee scaturite dal Concorso siano già validabili in termini di Modelli Gestionali e di Flussi Finanziari sul Ciclo di Vita;
4) indurre gli Architetti a coinvolgere, sin dalla Morfogenesi del Progetto, non solo Pedagoghi ed esperti di Smart Learning, ma anche Strutturisti, Impiantisti, Paesaggisti. Le Idee, per avere un valore, richiedono rimborsi elevati, remunerazioni adeguate a uno staff articolato;
5) la piattaforma digitale di e-Procurement dovrebbe, quindi, fornire, attraverso il Modello Informativo, la possibilità di rendere computabili e simulabili tutti i Dati aggregabili in Informazioni, permettendo altresì una Competizione Digitalizzata e Dialogica a più stadi: le Idee o il Progetto Preliminare (o, eventualmente, lo Studio di Fattibilità Tecnica inteso come suo succedaneo) sarebbero così «sperimentabili» da parte della Giuria (della Commissione Giudicatrice) in termini immersivi (come ologrammi di un Progetto e di un Modello Geo-Spaziali attraverso Wearable Device ovvero tramite Multi-Sensorial Computer Assisted Virtual Environment) sia dal punto di vista spaziale di fruibilità dei Beni Immobiliari sia in termini comportamentali di uso dei Beni Mobiliari. Ciò che conta sarebbe poter sperimentare la Spazialità non solo del Plesso Scolastico, ma anche del Distretto cui, pure sensoristicamente, esso sia connesso);
6) in termini di comunicazione mediatica, l’esposizione dei Progetti, o meglio, delle Idee proposte, potrebbe avvenire, sia per le Comunità di destinazione, sia per i generici Visitatori, in Ambienti Immersivi, in cui sarebbe immaginabile poter validare differenti Alternative Progettuali esperibili in termini versatili nel Ciclo di Vita in funzione sia del variare del metodo formativo sia dei rapporti contrattuali (si pensi alla Contratto di Disponibilità o alla Concessione).
Al di là delle ipotesi di sviluppare situazionalmente la Progettazione nell’ottica dell’Interactive Design, è palese come il Behavioural Modeling dischiuda straordinarie possibilità di concepire il Bene (Mobiliare e Immobiliare, al contempo) quale Servitized Built Asset, Building as a Service, appunto.