Rubrica a cura di Rossana Galdini
In Germania a Friburgo, il quartiere Vauban è un esempio di insediamento residenziale realizzato sulla base di principi legati alla sostenibilità ambientale, sociale economica. Il Vauban district si sviluppa su una superficie di 38 ettari, la sua nascita risale al 1993 quando la municipalità di Friburgo acquista il sito dell’ex caserma francese di Vauban e avvia la pianificazione di un quartiere basato sulle energie rinnovabili. Oggi Vauban, rappresenta uno dei modelli urbani più studiati dai progettisti europei. “Learning while planning” è il motto coniato dalla municipalità di Friburgo che sintetizza il percorso dell’intero processo di costruzione del Vauban district; la presenza dei suoi abitanti e la loro collaborazione ha permesso, infatti, di dare un contributo importante al processo di pianificazione e di costruzione del distretto.
Vauban è la prova di come sia possibile rispondere ai principi di sostenibilità con un approccio olistico alla progettazione. Il quartiere, costituito da duemila abitazioni per un totale di circa 5000 residenti, è stato realizzato nel rispetto di determinati criteri di sostenibilità tra cui: rapporto equilibrato tra aree abitate e aree produttive e tra gruppi sociali; rispetto della vegetazione esistente; realizzazione dei servizi in loco; progettazione partecipata di aree verdi, adozione di scelte architettoniche e tecnologiche finalizzate a ridurre la domanda di energia e all’utilizzo dell’energia solare. Infatti, l’installazione di collettori termosolari e di pannelli voltaici rendono Vauban uno dei quartieri europei a maggior densità di tecnologia solare. I nuovi concetti che sono alla base di questo esemplare intervento riguardano la pluralità degli ambiti verso cui le azioni sono dirette come la coesistenza tra luoghi di lavoro e residenze, al fine di ridurre gli spostamenti; la creazione di alloggi per diverse utenze sociali, l’ideazione di un sistema di mobilità sostenibile che valorizza i trasporti pedonali, la realizzazione di piazze e spazi pubblici, negozi per gli acquisti quotidiani, un asilo e una scuola elementare. Per tutti gli edifici sono stati fissati standard di basso consumo energetico da rispettare stabilendo che una percentuale di questi fosse costituita da case passive e plus energy house, cioè case che producono più energia di quella che consumano. E’ stato, inoltre, realizzato un impianto di cogenerazione alimentato esclusivamente da trucioli di legno e gas naturale, agganciato alla rete del riscaldamento, mentre la riduzione del 60% delle emissioni di CO2, è garantita dalla coibentazione e dall’efficienza dell’utilizzo del calore. Gli impianti solari, ad oggi sviluppano il 65% dell’energia prodotta. L’acqua piovana viene raccolta ed utilizzata per le case e per l’irrigazione del terreno. Il potenziamento dei mezzi pubblici ha inoltre permesso al 40% delle famiglie di non aver bisogno della macchina, perché è presente il car-sharing, ma soprattutto perché coloro che non utilizzano il parcheggio godono di veri e propri incentivi economici. L’esito di questi interventi ha prodotto un processo di valorizzazione e tutela dell’ambiente, nuove opportunità di sviluppo per l’industria turistica locale che continua a registrare trend di crescita rilevanti. I residenti sono membri di un’associazione, il Forum Vauban riconosciuto dal comune di Friburgo, che coordina le loro attività e la loro partecipazione alla collettività. La programmazione e la progettazione del nuovo quartiere ha seguito fin dall’inizio il principio di “pianificazione didattica”, cioè un’elevata flessibilità nel reagire a nuove esigenze emergenti e nuove proposte da parte della cittadinanza.
Il quartiere Vauban è una sorta di laboratorio dove testare le tecnologie più intelligenti per la riduzione dei consumi, dell’inquinamento e per il miglioramento della qualità della vita. Vauban propone, non senza critiche, un modello di vita partecipativo e collettivo dove i comportamenti negativi sono disincentivati e sanzionati. Vauban è oggi un quartiere abitato principalmente da giovani famiglie con bambini: sono infatti presenti moltissimi parchi gioco, fattorie didattiche, gruppi di gioco. Sono presenti anche orti urbani coltivati in modo comunitario. Il quartiere integra tutte le funzioni sociali e commerciali in un unico ambiente urbano: è questa è la chiave per la riuscita di un nuovo progetto urbanistico e la ragione del successo di Vauban.
Uno studio condotto da Öko-Istitut, ha consentito di controllare l’intero ciclo di sostenibilità sotto il punto di vista dell’efficienza delle infrastrutture, dell’effettiva sostenibilità degli edifici, dalla quantità di energia elettrica erogata al sistema di riscaldamento, fino al consumo di acqua e alla gestione dei rifiuti. I dati raccolti sono stati essenziali per analizzare, quindi, l’impatto del distretto sul territorio.
Lo studio ha rilevato che:
- ogni anno esiste un risparmio energetico pari a 28Gj (misurato in joule e rappresentato in CER, cumulative energy requirement);
- c’è una riduzione delle tonnellate di CO2 prodotte pari a 2100t;
- c’è un risparmio delle risorse minerarie pari a 1600t.
Un quartiere ideale? Per molti aspetti la risposta sembra essere positiva, esistono però dei limiti e delle imperfezioni rispetto ad un modello che privilegia una certa omogeneità sociale e culturale: la popolazione residente appartiene in prevalenza ad una fascia medio-alta di popolazione, dotata di un elevato capitale culturale, venendo meno a quell’idea di mix sociale che è alla base delle pratiche di housing diffuse in Europa. Inoltre l’estrema cura, l’attenzione al verde, l’uso attento del colore e l’efficienza dei servizi e delle strutture generano una percezione molto positiva degli spazi assicurando un’elevata qualità della vita. Tutto ciò rende però Vauban anche una vetrina in cui tutto è visibile, oggetto della curiosità dei turisti attratti da una pratica comunitaria alternativa, progressista, a tratti troppo perfetta per essere reale.
Rossana Galdini
Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche
Sapienza Università di Roma