di Valentina Ponti

internazionalizzazione-imprese-pmiL’intensificarsi della competizione internazionale richiede alle imprese, intenzionate a difendere e a rafforzare il proprio vantaggio competitivo, di raccogliere una sfida ulteriore: fare in modo che la propria presenza sui mercati esteri non abbia un carattere provvisorio, ma sia invece continua e duratura.

L’impresa è cioè chiamata a diventare un insider nelle aree geografiche reputate attrattive, non soltanto per mantenere o sviluppare la propria penetrazione commerciale, ma anche per trarre vantaggio dalle risorse di ciascun paese.

Tale opportunità non è più soltanto un’esclusiva delle grandi imprese, poiché grazie alla globalizzazione il varco, che prima rendeva impensabile per le piccole medie imprese guardare a nuovi mercati, oggi si è notevolmente ridotto, facilitando il diffondersi di molte forme di internazionalizzazione produttiva e l’emergere di un sempre maggior numero di “piccole e medie multinazionali”.

Interessante su tale tema è il caso studio analizzato da Giuseppe Bertoli e Anna Codini della ISEO SERRATURE, che analizza come l’impresa, nel corso degli anni, sia stata in grado di estendere la sua posizione di rilievo anche sui mercati esteri.

Secondo lo studio, la decisione importante da prendere in caso di internazionalizzazione è: presidiare direttamente il mercato tramite la fondazione di una nuova azienda, o farvi ingresso tramite l’acquisizione di un complesso aziendale funzionante.

Lo stesso Sun Tzu afferma che:

“si avrà un risultato superiore conquistando intero e intatto uno stato nemico,

distruggerlo comporterebbe un risultato inferiore”.

poiché un risultato superiore si avrà utilizzando le risorse del nemico, lo sfruttamento delle sue alleanze e facendo proprie le sue risorse.

Numerosi studi dimostrano come le acquisizioni abbiano il pregio di accelerare l’ingresso nel paese estero in quanto tali aziende sono già radicate nel mercato di riferimento e dispongono di accessi ai canali di distribuzione e alla clientela, vantando una posizione competitiva.

È lo scenario competitivo all’interno del quale si muove l’azienda alla base della scelta di internazionalizzazione presa dell’azienda.

La competizione ormai si gioca su scala globale e la dimensione  diventa l’elemento essenziale che consente alle imprese di realizzare elevati volumi e di investire nelle attività “critiche” ai fini del vantaggio competitivo quali: l’innovazione e la ricerca e sviluppo; in tale contesto sono le imprese minori a soffrirne di più, in quanto oltre a non avere a disposizione risorse a sufficienza da investire nelle attività innovative e nello sviluppo dei mercati, tendono a muoversi spinte dall’intuito e dall’esperienza, con l’utilizzo meno frequente di processi di analisi dei mercati e dei vari settori.

Lo sviluppo internazionale comporta però la necessità di fronteggiare situazioni non familiari e complesse, in questo contesto l’imprenditore deve essere in grado di gestire situazioni a lui nuove, con razionalità e capacità di elaborazione strategica.

Il rischio, per le piccole imprese è quello di non riuscire a comprendere l’importanza del processo di analisi che, sui mercati internazionali, dovrebbe venire prima di ogni decisione operativa.

In un terreno aperto non ti accampare,

in una zona di confine stringi alleanze,

in una zona di crocevia non restare,

in un terreno chiuso elabora strategie.

[Sun Tzu]

L’analisi del mercato nella quale si desidera espandersi è alla base del successo del processo di internazionalizzazione.

Per poter crescere a livello globale bisogna quindi analizzare il mercato e sceglierlo seguendo delle linee guida: la scelta dei paesi nella quale fare ingresso deve essere basata su un’analisi di similarità, cercando cioè mercati simili in termini di preferenze di acquisto.

La medesima logica viene seguita in fase di definizione di una nuova acquisizione societaria, cioè la scelta ricade su imprese appartenenti a paesi caratterizzati da una stessa cultura e orientata su alcuni prodotti specifici. L’obiettivo è quello di realizzare volumi elevati e quindi la scelta ricadrà sui paesi che renderanno ciò fattibile*.

 

*[Le medie imprese italiane nell’era globale]