L’Italia è ai primi posti in Europa per numero di case di proprietà, ma nonostante la propensione degli italiani all’acquisto dell’abitazione, solo il 38% dei proprietari assicura la casa. Questa tendenza sta cambiando… purtroppo i tristi eventi sismici che si sono verificati tra il 2016 e l’inizio del 2017 hanno sconvolto molto il nostro paese lasciando un segno indelebile sulla pelle dei cittadini e soprattutto sulla loro idea di sicurezza.
Infatti, un’indagine tenuta da Facile.it ha evidenziato come nell’ultimo anno si è registrato un aumento delle richieste di assicurazioni per le case pari al 18%. In linea con i drammatici fatti accaduti nel Centro Italia, nel solo mese di agosto, rispetto all’anno precedente, si è verificato un boom di richieste del +52%.
Ad oggi stipulare polizze assicurative sulla propria casa contro i terremoti è facoltativo. Nel 2012, il governo Monti aveva deciso di rendere obbligatoria l’assicurazione antisismica per tutti gli edifici privati; pochi giorni dopo però si verificò il terremoto dell’Emilia e la proposta di legge fu ritirata.
Secondo l’ANIA – Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici – un’assicurazione obbligatoria potrebbe essere una spesa non banale per molte famiglie: chiunque sia proprietario di casa dovrebbe pagare 200 euro all’anno per ogni casa. Da qui le diverse discussioni che hanno portato all’introduzione di incentivi o sgravi fiscali per mettere in sicurezza le zone più fragili del Paese; rispetto all’assicurazione obbligatoria, gli incentivi nelle regioni più a rischio, avrebbero l’onere di evitare agli italiani il pagamento di una vera e propria tassa dal prezzo particolarmente alto.
Non tutti sanno però che il terremoto non è sempre considerato fra le cause di danni che rientrano nei risarcimenti. Esistono due tipi di assicurazioni per le abitazioni: da un lato il contenuto dell’immobile e dall’altro la sua struttura. Quest’ultima tipologia è quella che copre i danni causati dagli eventi naturali, non sempre alluvioni e terremoti rientrano fra questi. Ma anche nel caso in cui la polizza copra i danni da terremoto, questi non valgono se la costruzione si trova a meno di 25 metri di distanza da un campanile oppure se è già stata danneggiata da un sisma e mai completamente ristrutturata.
Come si comportano gli altri Paesi?
Secondo le stime dell’ANIA, gli unici due paesi in cui vige l’obbligo di stipulare una polizza antisismica sono la Nuova Zelanda, uno dei Paesi con il rischio sismico più alto del mondo, e la Turchia, dove la terra trema con frequenza minore ma spesso con effetti davvero distruttivi. Poi vi è la Faglia di Sant’Andrea – California in cui da un momento all’altro potrebbe scatenarsi la scossa più devastante della storia (The big one), qui però la polizza è obbligatoria solo per le imprese.
Per quanto riguarda il Giappone le abitazioni coperte da un’assicurazione di questo tipo arriva al 20% sebbene si presenti un livello di prevenzione e di sicurezza degli edifici imparagonabile a qualsiasi altro Paese.
Considerando l’Europa, in Paesi quali Francia, Gran Bretagna, Belgio o Danimarca la polizza è facoltativa. Però l’estensione anti terremoto e calamità naturali diventa obbligatoria se si assicura la casa contro altri rischi da coprire se si fa un mutuo. Mentre negli USA il programma federale contro il rischio alluvionale, che non è terremoto ma può avere effetti simili, si attiva solo se i programmi di prevenzione sono definiti con il governo federale.
In Italia, con la Manovra Finanziaria 2017 si sta sbloccando la situazione di prevenzione grazie agli incentivi inerenti al Sisma Bonus. Graziano Delrio – ministro delle infrastrutture e dei trasporti – ha assicurato, infine, che le linee guida per la classificazione sismica degli edifici, nonostante i ritardi, andranno in Gazzetta Ufficiale entro la fine di febbraio.
Ci siamo quasi quindi!