Rubrica a cura di Rossana Galdini

hammarbysjostadTerza parte:

I residui solidi di questo processo vengono invece estratti e usati come concime per gli orti presenti nei giardini interni degli edifici. Di particolare interesse è il funzionamento del ciclo dell’acqua che proviene dal vicino lago Malaren: resa potabile viene trasportata nelle abitazioni e dopo l’uso viene nuovamente depurata e riportata verso il mare.

Il modello a ciclo chiuso di utilizzo delle risorse, energia, acqua, rifiuti  noto come “modello Hammarby” è stato sperimentato nell’ambito di una progettazione urbana che ha integrato in chiave di sostenibilità le varie componenti sistemiche in gioco: mobilità, verde, residenze e servizi. La smartness del modello è però legata anche ad altri aspetti: se il masterplan rivela una piena integrazione tra architettura, paesaggio e acqua, la sostenibilità sociale evidenzia un buon equilibrio tra lo spazio pubblico e privato per i residenti e la priorità è posta sul capitale sociale. Attraverso lo sviluppo di programmi e processi nel quartiere si promuovono l’interazione sociale e l’arricchimento culturale. I residenti e, in particolare i giovani ne apprezzano la vicinanza con il centro e, nello stesso tempo, la compresenza di caratteristiche proprie di un sobborgo.Il progetto di HammarbySjöstad è stato valutato come uno dei migliori esempi di urbanistica sostenibile implementato nel mondo. L’intervento è stato gestito attraverso l’attivazione di un sistema innovativo coordinato dalla Municipalità di Stoccolma che ha coinvolto efficacemente soggetti pubblici e privati. La presenza di un partenariato anche di privati costituirebbe anche nel nostro paese un’importante opportunità sia per le possibilità di potenziale business sia in termini di accumulazione del know how da utilizzare in altre esperienze. Il progetto di Hammarby Sjöstad che si ispira  ai principi di Agenda 21 e agli obiettivi di promozione sociale  e di sviluppo di sistemi ecocompatibili rappresenta un esperimento ben riuscito, una best practice  che rivela la possibilità di essere trasferita in altri contesti. Anche in Italia le amministrazioni locali sono impegnate nella definizione di accordi con imprese del settore delle ICT per individuare nuove strategie di azione. Sull’esempio  del distretto di Hammarby  nel nostro Paese  si lavora per un futuro più verde, con un  trasporto pubblico moderno e di qualità sviluppando infrastrutture per le auto elettriche in città.
L’Italia seppure in ritardo, mette in campo iniziative per le smart cities, anche sulla scorta dell’Unione europea che con la European Initiative on Smart Cities   prevede finanziamenti per 12 miliardi di euro entro il  2020.

Numerosi progetti in corso, sono però orientati ad ampliare il campo delle iniziative e a estendere i benefici dando centralità agli aspetti sociali, spesso trascurati in programmi inizialmente basati sulla diffusione delle tecnologie. I cittadini diventano in questa ottica, protagonisti di una strategia che li vede coinvolti in nuove modalità di interazione e collaborazione. Perché una città per essere smart  deve in primo luogo essere una città di smart people, un contesto che dispone di un capitale umano e sociale elevato, caratterizzato da flessibilità, dinamismo, creatività, da una società cosmopolita, multiculturale, inclusiva e partecipe alla vita pubblica. Hammarby, rappresenta un esempio in cui la sostenibilità è data dall’insieme di alcuni importanti elementi progettuali: la struttura dell’impianto urbano e le relazioni con il contesto, l’accessibilità e il sistema della mobilità, i collegamenti degli spazi aperti e le procedure di attuazione e il controllo della qualità. Ma costituisce anche un modello di atteggiamento collaborativo da parte della gente che,vivendo nel quartiere di Hammarby, ha imparato concretamente che smart si diventa!

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